Ritorno a scuola: cosa c'è da sapere per docenti, alunni e genitori

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09/09/2020
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Scuola, cosa c'è da sapere sul ritorno in classe? Tra dubbi, perplessità e qualche certezza le scuole hanno iniziato a riaprire, seppur a ranghi ridotti, in attesa del 14 settembre, anche se in molte regioni la campanella suonerà soltanto dopo il 24.

Non mancano le polemiche, soprattutto sui tamponi mancati ai docenti (ma tanti li hanno fatti e la Campania li ha resi obbligatori), sulle carenze di organico (secondo i sindacati ci saranno 200mila supplenti) e sulla 'corsa' ai nuovi banchi che stanno arrivando non sempre velocemente.

Ai quesiti di genitori e studenti ha provato a rispondere il ministero dell'Istruzione, in una sorta di guida su come affrontare il rientro post-lockdown.

Niente lezioni a distanza, ma in presenza e senza mascherina, a meno che non sia possibile garantire il distanziamento fisico tra gli studenti.

Un'ulteriore decisione del Comitato Tecnico Scientifico, comunque, è prevista per i primi giorni di settembre, quando si prenderà anche una decisione sull'uso dei dispositivi di protezione individuale nei luoghi comuni. L'ingresso dei ragazzi a scuola potrà essere scaglionato, una decisione che sarà presa in autonomia da istituto a istituto. Ogni scuola fornirà quotidianamente le mascherine a tutto il personale e agli studenti: si calcola saranno 2,2 miliardi in un anno, pari a 9 milioni di tonnellate di rifiuti da smaltire.

Gli studenti dovranno misurare la propria temperatura corporea a casa. Qualora questa superi i 37,5° sono obbligati a restare nel proprio domicilio. I genitori informano anche il pediatra o il medico curante che, in caso di sospetto Covid-19, richiede tempestivamente il test diagnostico e lo comunica al Dipartimento di prevenzione per l'esecuzione del test. Il Cts non ha reputato opportuna la rilevazione della temperatura corporea all'ingresso delle scuole né per gli alunni, né per il personale.

Nel caso in cui uno studente manifesti sintomi del coronavirus, la scuola deve allertare il referente per Covid-19 che fa avvertire immediatamente i genitori. L'alunno deve essere dotato di una mascherina chirurgica (se maggiore di sei anni) e ospitato in una stanza dedicata dove sarà necessario procedere all'eventuale rilevazione della temperatura corporea mediante l'uso di termometri che non prevedono il contatto.

Il minore non deve essere lasciato da solo ma in compagnia di un adulto che preferibilmente non deve presentare fattori di rischio e che dovrà mantenere, ove possibile, il distanziamento fisico di almeno un metro e indossare la mascherina chirurgica fino a quando l'alunno non sarà affidato a un genitore. I genitori devono contattare il pediatra o il medico di base per la valutazione clinica (triage telefonico) del caso. In caso di positività il Dipartimento di prevenzione della Asl notifica il caso e la scuola avvia la ricerca dei contatti e le azioni di sanificazione straordinaria della struttura scolastica nella sua parte interessata.

Per il rientro bisognerà attendere la guarigione clinica (cioé la totale assenza di sintomi) dell'alunno. La conferma di avvenuta guarigione prevede l'effettuazione di due tamponi a distanza di 24 ore l'uno dall'altro. I contatti stretti individuati dal Dipartimento di prevenzione con le attività di tracciamento dei contatti, saranno posti in quarantena per 14 giorni dalla data dell'ultimo contatto con il caso confermato. Stesse modalità anche per quanto riguarda i lavoratori scolastici.

Se un alunno o un lavoratore risultasse positivo al Covid-19, il Dipartimento di prevenzione valuterà la possibilità di prescrivere la quarantena a tutti gli studenti della stessa classe e all'eventuale personale scolastico.

La chiusura di una scuola o parte della stessa dovrà essere valutata dal Dipartimento di prevenzione della Asl.

 

Consulta anche: Rientriamo a scuola

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