Il Consiglio superiore della pubblica istruzione, Cspi, è preoccupato per i possibili contenziosi che il cambiamento delle regole per le graduatorie delle supplenze può generare. La domanda che si pone è che fine farà chi ha preso titoli in più per avere maggiori punti in graduatoria? Un argomento spinoso che preoccupa il Cspi che, allo stesso tempo, prova apprezzamento per l’istituzione delle nuove graduatorie. La proposta dell’organismo è quella di non apportare nessuna modifica.
Dice il Cspi che: «Occorre porre la massima attenzione nei confronti delle legittime aspettative di tanti precari che hanno maturato e acquisito titoli sulla base della normativa attualmente vigente e che, in base alle nuove disposizioni, vedrebbero improvvisamente stravolta la propria posizione in graduatoria».
L’organismo, in merito alle graduatorie provinciali e di istituto, esprime apprezzamento per l’istituzione di queste, stante il presumibile alto numero dei posti in organico che purtroppo saranno ancora vacanti e, allo stesso tempo, sottolinea come appare «indispensabile predisporre procedure che consentano di individuare tempestivamente e con certezza il personale supplente avente diritto».
Il Cspi apprezza «il fatto che la procedura per la predisposizione delle graduatorie sia stata complessivamente informatizzata determinando da una parte semplificazione e alleggerimento dell’attività amministrativa, dall’altra condizioni di maggiore trasparenza, correttezza e omogeneità di trattamento delle posizioni degli aspiranti supplenti».
La preoccupazione arriva però quando si ipotizzano possibili contenziosi che potrebbero essere «aditi in tutti i casi in cui il provvedimento modifica in peius il vigente regolamento sulle supplenze».
Una prima questione riguarda l’aver previsto in alcuni casi la possibilità «di attribuire incarichi di supplenza anche al personale privo del previsto titolo, soluzione che dovrebbe essere ammissibile solo in via del tutto residuale e in caso di estrema necessità».
Non piace proprio che l’ordinanza preveda «una valutazione molto inferiore per alcuni titoli e la mancata valutazione dei titoli artistici. Risultano sottovalutati, altresì, alcuni percorsi formativi come i master universitari accademici di I o II livello, soprattutto per quelli già conseguiti, e sopravvalutati altri come ad esempio l’attività di ricerca scientifica che possono essere non coerenti con l’insegnamento».
Insomma non si vuole che vadano alle ortiche anni e anni di specializzazioni che gli aspiranti docenti hanno svolto con grande abnegazione.
Per quanto riguarda la costituzione delle graduatorie di seconda fascia riservata agli studenti di Scienze della Formazione, pur riconoscendo la fase di emergenza straordinaria si ritiene opportuno predisporre, in via temporanea, un elenco graduato provinciale distinto dal resto delle graduatorie che debbono restare riservate agli aspiranti che sono in possesso del titolo di studio. In tale elenco comunque sarebbe opportuno inserire gli studenti del V anno, in possesso di un numero di crediti formativi non inferiore a 240. Si sottolinea altresì l’urgenza di implementare il numero dei posti disponibili per l’accesso ai corsi di laurea in Scienze della Formazione in modo da soddisfare l’esigenza di copertura dei posti con personale adeguatamente formato.
Pur consapevole dell’esigenza di rivedere le tabelle di valutazione dei titoli, il Cspi, in considerazione del fatto che non si possono modificare le regole in corso d’opera, anche al fine di evitare lo stravolgimento delle posizioni in graduatoria con un possibile, quanto prevedibile, diffuso contenzioso, propone di mantenere le tabelle attualmente in vigore.
Il Make up che fa dimenticare la malattia
Il trucco c’è e si vede. E per fortuna, si potrebbe aggiungere. Soprattutto per quelle persone i cui problemi cutanei rappresentano anche un motivo di disagio sociale. In questi casi, il make up, considerato come un vero e proprio trattamento dermatologico, viene chiamato camouflage. La tecnica utilizzata per mascherare patologie dermatologiche, come l’acne, o inestetismi come le macchie solari, deve avere i seguenti requisiti: lunga durata, resistenza all’acqua e semplice esecuzione. I prodotti, consigliati dal dermatologo di fiducia e acquistabili in farmacia, sono fondamentalmente tre e corrispondono alle altrettanti fasi del trattamento. Prima di procedere a truccare il volto, però, è sempre necessario detergerlo a fondo e, successivamente idratarlo con prodotti specifici.
Lo si è sempre considerato solo un make up ma, grazie alle sue capacità idratanti e protettive, può rivelarsi un valido alleato della pelle.
Sul fondotinta, nel corso degli anni, si è scagliata ogni tipo di fake news. E che ostruisce i pori, e che causa macchie scure, e che provoca brufoletti e irritazioni. La sua storia risale ai primi anni del Novecento, quando le donne hanno iniziato a colorare il viso con un prodotto che aveva una tinta il più possibile naturale. Perché fino a un secolo fa, infatti, la tendenza, partendo dalla regina Cleopatra fino alle dame del Settecento, era quella di rendere il volto il più chiaro possibile, quasi di ceramica. Per questo motivo sulla faccia ci si spalmava polvere chiara di argilla o impasti burro di cacao e farina. Nel corso degli anni le formulazioni si sono evolute, perfezionate e, soprattutto, regolamentate: ora è impensabile produrre un cosmetico che non abbia superato tutti i test clinici. E fortunatamente, dalle formulazioni collose e improvvisate, di strade ne è stata fatta, tanto che il primo luogo comune sconfitto è proprio quello che il fondotinta faccia male. Per tanto tempo è stato considerato colpevole di non far respirare la pelle e alterarne il pH. Poi si è dimostrato che non è così: anzi, oggi il fondotinta rappresenta un valido alleato per la salute della pelle.
Che cosa cercare sull’etichetta
In commercio esistono moltissime formulazioni. La prima cosa che si deve fare quando si sta per comprare il cosmetico è controllare la lista degli elementi che lo compongono, per evitare di sceglierne uno che contenga un elemento a cui si è eventualmente allergiche. Per di più, così, è possibile sapere se si abbia o meno il fattore di protezione e i principi attivi. Come la vitamina C o le ceramidi, sostanze di solito contenute nelle normali creme idratanti. Non a caso, infatti, questo tipo di prodotto può, alcune volte, arrivare anche a sostituire il normale trattamento giornaliero. Come alcune creme da giorno, anche il fondotinta non può fare a meno del fattore protettivo, il vero antiage per il viso.
Come sceglierlo in base alla propria cute
Con protezione dai raggi ultravioletti e idratanti: di fondotinta con queste caratteristiche se ne trovano a decine. E, allora, come scegliere quello più adatto alla pelle di ognuna? Andrebbe provato sul viso prima dell’acquisto per valutarne la texture, perché è importante sentire come il fluido si amalgama alla pelle. Il colore, poi, dovrebbe essere il più possibile vicino a quello del viso. L’ideale sarebbe avere due tonalità, una più scura e una più chiara in modo da poterle mischiare a dosare a seconda della nuance del volto. Così come un vestito deve stare alla perfezione, anche il fondotinta deve apparire una seconda pelle. È possibilmente migliorare. A seconda del tipo di cute, i prodotti si possono dividere in tre grandi gruppi.
Non c’è trucco senza strucco
Raccomandazioni importanti quando si parla di fondotinta e di trucchi in generale: rimuovere il make up a fine giornata. Struccare la pelle è importante tanto quando idratarla al mattino, con creme e fluidi. I tessuti, durante la notte, si devono rigenerare. Si chiama Skin care routine e risponde alle esigenze di tutti. Proveniente dalla Corea, la Skin care non è altro che un insieme di fasi da svolgere due volte al giorno – mattina e sera – per depurare, idratare e rendere compatta la nostra cute con l’obiettivo di avere un viso luminoso e riposato. Olio detergente, detergente schiumoso, tonico viso, siero, maschere, crema viso ma anche più semplicemente:
Fame nervosa: per smettere di svuotare il frigo devi riprendere il controllo delle tue emozioni.
È una giornata no, in ufficio hai avuto incomprensioni e difficoltà e questo ti ha messo di cattivo umore. Così ti assale un bisogno urgente di conforto. E dove lo cerchi? Nel frigo, magari in una vaschetta di gelato o in un barattolo di Nutella divorato fino all’ultimo cucchiaino. Salvo, più tardi, essere tu quella ‘mangiata’ dai sensi di colpa.
FATTORI SCATENANTI.
Quando si è sopraffatti dalle emozioni negative, può venire la tentazione di soffocarle riempiendosi di cibo. Chi soffre di fame nervosa tende a rimpinzarsi senza controllo di alimenti dolci e ricchi di grassi che, aumentando i livelli di dopamina e serotonina, favoriscono il buon umore e il benessere in generale. Ma si tratta di un sollievo momentaneo. Passato l’effetto euforizzante, infatti, l’angoscia ritorna puntuale e perfino amplificata col rischio di innescare un circolo vizioso che, oltre a nuocere alla linea, minaccia l’equilibrio psicologico.
AFFRONTA LA SITUAZIONE
Per cercare di vincere la fame compulsiva bisogna ammettere che si sta usando il cibo per fronteggiare le emozioni che si ha difficoltà a gestire. A questo punto si deve lavorare con costanza e grinta su se stessi, riprendendo il controllo delle emozioni.
√ RABBIA: quando si è in preda alla collera, mai tenersela dentro. Parlare e confidarsi con qualcuno sarà molto utile.
√ PREOCCUPAZIONI: se l’ansia ha la meglio, potrebbe essere di sollievo alcuni semplici esercizi di respirazione, ma anche un bagno caldo con la musica rilassante di sottofondo.
√ SOTTO PRESSIONE : se gli attacchi di fame sono dovuti allo stress bisogna concedersi pause di relax con una tisana distensiva a base di camomilla . anche fare una corsa aiuta: le endorfine che si producono mentre si corre sono una sorta di anestetico prodotto dall’organismo che ha l’effetto di sedare i cattivi pensieri.
L’ESERCIZIO RILASSANTE
Esiste una tecnica che viene definita Jacobson ed è un metodo facile ed efficace per scaricare i nervi. Mettersi comodi e fare inspirazioni profonde immaginando di buttare fuori i cattivi pensieri. Sono esercizi che rilassano i bicipiti, il collo, la schiena, i piedi ma anche il viso ne trae beneficio.
L’ALIMENTAZIONE CORRETTA
Per smettere di mangiare in modo compulsivo bisogna imparare a distinguere i segnali della fame reale da quella nervosa. Nel primo caso, la pancia si sente gorgogliare, la mente sarà offuscata e la sensazione di debolezza pervade il nostro corpo. Nel secondo caso, invece, ad attivare l’appetito è l’emotività: il corpo non lancia segnali fisici. Bisognerebbe scegliere una dieta equilibrata, come quella mediterranea, e appuntare ciò che si deve mangiare ogni giorno a colazione, pranzo e cena. Così si è sicuri che le ricerche di cibo fuori programma andranno eliminate. Tuttavia, NO alle diete troppo drastiche con la speranza di recuperare velocemente la linea. Oltre che rischioso per la salute, potrebbe rivelarsi anche controproducente. Chi è frustrato da troppe privazioni alimentari è più predisposto a episodi di fame senza limite in cui si ingozza di cibi cosiddetti ‘consolatori’.
I problemi di medio - lungo periodo non fanno presa, meglio mostrare i cambiamenti immediati. E dare il buon esempio in casa.
Fino a qualche manciata di anni fa fumare, per quanto nocivo era considerato ‘in’: pensiamo all’impatto di certe immagini di divi di Hollywood immortalati in scene cult dei film con l’immancabile sigaretta. I dati sul fumo sono allarmanti; tuttavia, complici i divieti introdotti dalla legge Sirchia, si ha netta la percezione che il fumo sia visto molto più negativamente rispetto a un tempo. Purtroppo resiste, fra i giovanissimi, il rito della sigaretta accesa in compagnia, ed è per questo che resta fondamentale promuovere progetti e iniziative che stronchino sul nascere l’insorgere della dipendenza. Il tema rientra infatti fra le numerose iniziative di prevenzione promosse. Sugli adolescenti che, ancora, incominciano a fumare, grava la pressione dei coetanei. Studi sul tema confermano che la prima sigaretta viene accesa quando si è in compagnia. Vi è poi un altro fattore, che influenza in modo particolare le ragazze; s’illudono che fumare aiuti a dimagrire, identificandolo come un modo per controllare l’appetito. A tutto ciò si aggiunge, in molti casi, l’esempio non positivo dato dai genitori che fumano in un delicato momento della costruzione della propria identità. Certo, ormai sono noti a tutti i danni, anche letali, del fumo sulla salute: da quelli che coinvolgono l’apparato cardiovascolare a quelli respiratori; oltre, purtroppo, ai tumori al polmone, al rene, alla vescica. Si tratta, tuttavia, di rischi dalla portata che i ragazzi non colgono pienamente, perché legati a una prospettiva a medio – lungo termine. Per essere persuasivi, è meglio calcare su problemi che si manifestano nell’immediato: alle ragazze, sarebbe utile, far presente che fumare rovina lo smalto dentale, che fa invecchiare la pelle, che i capelli si fanno spenti e opachi e che col tempo possono comparire sul labbro superiore antiestetiche rughe. I ragazzi, invece, dovrebbero essere informati su quanto il fumo incida negativamente sulle prestazioni sportive.
Come si articola il percorso di prevenzione?
Per prima cosa, in tutte le scuole, si dovrebbe far compilare ai ragazzi un questionario per valutare la loro dipendenza fisica e psicologica dal fumo: per esempio, si potrebbe chiedere quando si è iniziato, dopo quanto tempo dal risveglio si fuma la prima sigaretta, perché si desidera smettere. Serve a capire quanto siano motivati. Potrebbero anche verificarsi, a questo punto, un incontro con lo psicologo e in alternativa decidere quale percorso terapeutico intraprendere. L’idea che potrebbe rivelarsi vincente è proprio quella di presentare la farmacia come punto di riferimento per i ragazzi: un luogo vicino casa, familiare, che spaventa meno di un ospedale. La terapia più comune per combattere la dipendenza da fumo consiste nell’assunzione di prodotti nicotinici da banco: chewing gum dunque, ma anche cerotti e spray sublinguali. Assumere questi farmaci può aiutare a ridurre in maniera graduale le cosiddette bionde.
Toglietemi tutto … ma non la mia chioma morbida, setosa, scintillante … peccato che dopo l’estate lo stato dei capelli non corrisponda a quello desiderato visto che sole, salsedine e cloro, caldo e sudore possono averli resi spinti e poco vitali, deboli e increspati. Al rientro, è gioco forza mettere in campo tutte le energie, puntando anche sulla qualità dei prodotti che si scelgono per il trattamento quotidiano. Quelli che nascondono ingredienti principeschi, dal caviale agli oli più pregiati, sono un regalo extra da dedicare a una chioma particolarmente esigente per ritrovare il suo naturale splendore.
Si può scegliere tra champagne, oli esclusivi e cashmere, ma anche tra caviale rigenerante, diamanti protettivi e oro tra le ciocche. Vediamone qualcuno.
CAVIALE rigenerante – pregiato in tavola, il caviale è un ingrediente raffinato e ultraperformante anche per le chiome. Un trainer Jean Louis David ha spiegato che: “basta pensare che contiene un pool ricostituente di 47 tra vitamine e minerali, più oligoelementi, aminoacidi, grassi essenziali tra cui i preziosi Omega 3,6, e 9 e antiossidanti che agiscono come energizzanti e stimolanti naturali”. Il caviale rigenerante ha, altresì, un’azione ristrutturante in prodotti che danno vita a un rituale completo che parte dalla detersione e arriva allo styling per riparare in profondità e rigenerare dando nuova luce e vitalità alle capigliature rovinate da ripetute tinte, decolorazioni e stirature.
Diamanti protettivi – diceva Marylin che i diamanti sono i migliori amici delle donne. E lo sono anche per i capelli. A sorpresa, però, non hanno un effetto illuminante, ma protettivo. I diamanti neri ridotti in polvere finissima agiscono come scudo contro gli agenti inquinanti mentre quelli bianchi isolano dai danni termici: insieme proteggono i capelli dallo smog e dal sole. Lo scintillio dei capelli sani si affida invece a un altro ingrediente che arriva dal profondo non della terra ma del mare, la perla. Le proteine che si formano naturalmente in questi piccoli tesori offrono nutrimento e idratazione alla fibra e allo stesso tempo la rendono splendente.
ORO TRA LE CIOCCHE – se le popolazioni locali lo chiamano ‘oro del deserto’ è perché è prezioso, proprio come un metallo pregiato. Quello di argan è uno degli oli vegetali più ricchi e preziosi che la cosmetica impiega per la cura del capello. È ad alta concentrazione di sostanze nutrienti, ha una forte azione emolliente, nutriente e rivitalizzante che regala ai capelli secchi una immediata sensibilizzazione. Prezioso è anche l’olio di baobab ricavato da un albero ritenuto sacro, quello di inca inchi originario dell’Amazzonia che contiene betacarotene cento volte più della carota offrendo un’azione protettiva e prevenendo l’invecchiamento della fibra.
Il massaggio Shiatsu è una forma di terapia manuale nata in Giappone all’inizio del XX secolo ad opera di maestri che praticavano tecniche di massaggio tradizionale cinese detto ‘do-in’.
Agli inizi del Novecento, però, ci fu una riscoperta del massaggio terapeutico. Grazie alla fusione di maestri che unirono conoscenze moderne con quelle tradizionali, si sviluppò una tecnica di terapia manuale caratterizzata dalla pressione statica su punti e su aree corporee e dalla mobilitazione degli arti e della colonna che prese appunto il nome di Shiatsu.
Esistono diverse scuole di Shiatsu nel mondo che si differenziano per i caratteri che i vari maestri hanno loro imposto. Tuttavia, si possono riconoscere in questa forma di terapia dei tratti in comune. Nello Shiatsu, il terapista entra in contatto con il paziente attraverso il contatto manuale in modo da percepire lo stato di equilibrio energetico sul quale deve lavorare. Così facendo, il terapista fa già una diagnosi energetica. Nella pratica, la seduta di shiatsu avviene in un ambiente calmo e confortevole: generalmente il paziente è disteso a terra su un tappeto imbottito o a volte seduto su una panca bassa o sdraiato su un lettino da massaggio, mentre il terapista può restare inginocchiato o in piedi. Esistono dei trattamenti completi costituiti da una sequenza di manipolazioni codificata, ma può essere anche effettuato un trattamento specifico a seconda del problema. La manipolazione è in genere molto piacevole e rilassante e consiste di trazioni e pressioni mantenute per alcuni secondi su aree precise.
Va detto innanzitutto che lo Shiatsu è una tecnica di riequilibrio molto potente. Sottoporsi periodicamente ad un trattamento fatto da mani esperte è quindi un eccellente modo di restare in salute. Risultati molto buoni si ottengono in tutte le patologie dolorose, da quelle articolari, a quelle muscolari ma anche alle cefalee o i disturbi del sonno. L’azione profonda del trattamento Shiatsu lo rende efficace in tutte le sue forme, non solo fisiche ma anche emotive. Difatti, un trattamento Shiatsu fatto in modo serio può modificare il sistema emozionale del paziente: testimonianze affermano che non è raro avere come reazione manifestazioni emotive come il riso o il pianto!
In Italia esistono diverse scuole di Shiatsu. Queste, hanno stabilito un curriculum formativo basato su standard riconosciuti da numerosi paesi europei e dalla Svizzera, consistente in un tirocinio teorico – pratico di almeno 600 ore accademiche in tre anni, più un anno di praticantato. Chi ha seguito questo iter formativo può sostenere un esame di qualificazione alla professione di terapista Shiatsu presso una delle associazioni o scuole di categoria abilitate a garantire la qualificazione degli operatori. Occorrono, dunque, non meno di quattro anni di formazione per poter essere abilitati come operatori Shiatsu. Queste norme sono in fase di formalizzazione a livello di alcune regioni che stanno regolamentando le numerose professioni nate nel campo delle medicine naturali.
Il massaggio è una forma di terapia molto antica ma allo stesso tempo è uno dei gesti più naturali che ogni giorno compiamo quotidianamente dal momento che è istintivo sfregare una parte del corpo indolenzita o qualcosa che ci procura dolore. Sono delle manovre ben precise eseguite sul nostro corpo sia per lenire i malesseri articolari sia per tonificare il volume di alcuni tessuti ma anche per migliorare il benessere fisico allentando fatica e nervosismo.
Per eseguire correttamente un massaggio si deve prestare molta attenzione alla fase di preparazione. Per questo bisogna affidarsi a mani esperte del settore. Una manovra sbagliata eseguita sulla parte da curare potrebbe peggiorare o procurare una tensione che prima non c’era o veniva percepita in maniera minore. Durante la seduta di massaggio vengono coinvolti tre dei nostri cinque sensi: l’olfatto, l’udito e la vista. Per questo l’ambiente deve essere riscaldato, comodo, spazioso accompagnato da musica rilassante, luci soffuse, candele profumate che emanano un riflesso di benessere totale con il completamento di olii e creme apposite senza esagerare con le quantità. Si apre con gli olii essenziali una delle cure più annoverate della cultura occidentale catalogate come “medicine alternative”: l’aromaterapia. Poche gocce, infatti, possono scatenare una miriade di sensazioni e le più utilizzate per i loro effetti benefici sono l’olio di girasole, la lavanda, il gelsomino, la camomilla, il ginepro e la rosa. La lista è lunga, ma le proprietà sono accomunate: tutte, infatti, hanno poteri antidepressivi, analgesici, afrodisiaci, antisettici e calmanti ma anche proprietà diuretiche, sedative, stimolanti, rinvigorenti che aiutano la memoria e i problemi respiratori.
Gli effetti positivi : le virtù di un massaggio sono migliaia. Si può iniziare dal rilassamento che consente al nostro organismo di rigenerarsi per passare, poi, in rassegno la lunga lista di effetti positivi che questa tecnica produce. Tra i benefici risultano di particolare rilevanza:
La tecnica del massaggio non prevede particolari controindicazioni. Tuttavia è opportuno considerare che in caso di situazioni come lesioni e patologie tipo infiammazioni, cardiopatie e malattie infettive sarebbe opportuno evitarlo.
Finalmente è arrivato il caldo e con il sole passa la voglia di chiudersi in palestra. Si fa largo il desiderio di allenarsi all’aria aperta. Per proteggere la pelle e al tempo stesso per trarre il massimo vantaggio dall’attività fisica è bene prendere qualche precauzione e utilizzare i prodotti giusti. Proteggiti dai raggi ultravioletti: il sole, oltre a donarci un colorito sano, migliora la sintesi della vitamina D, fondamentale per il benessere della pelle e soprattutto delle ossa, favorendo la prevenzione dell’osteoporosi. D’altra parte è importante evitare gli effetti nocivi dei raggi UV. Ecco perché bisogna proteggere la pelle con cosmetici che abbiano un fattore di protezione elevato. Proprio per chi fa sport oggi sono state pensate creme in formato spray dalla consistenza leggera e a rapido assorbimento.
Quante volte vi siete svegliate, guardate allo specchio e avete pensato: “ Che aspetto orribile”? Svegliarsi al mattino sentendosi belle e in perfetta forma è il desiderio di tutte le donne, anche delle star della tv che vediamo sempre al top. In realtà, è davvero possibile basta solo seguire alcune dritte per ritrovarci al mattino con un viso più disteso, rughe meno evidenti, capelli meno trattati e una pelle più fresca.
Ecco a voi una serie di consigli per vedersi bene al mattino:
Questi piccoli accorgimenti, se trasformati in abitudine, vi consentiranno un risveglio di bellezza: sensazione di leggerezza e aspetto riposato vi faranno iniziare la giornata con una carica che durerà fino a sera!