Rientro a scuola, Miozzo «non ci sono certezze, non c’è uniformità»

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28/08/2020
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C’è una grande «incertezza della comunicazione scientifica, non ci sono certezze, non c’è uniformità non solo in Europa ma in tutto il mondo: non c’è un Paese che faccia quello che fa il paese limitrofo. Questo genera problemi: siamo chiamati a dare indicazioni, ed è frustrante sapere che noi stessi non siamo in grado di dare certezze granitiche a chi deve pianificare».

 

Così il coordinatore del Cts Agostino Miozzo davanti alla Commissione Istruzione della Camera.

 

«Tutti si rendono conto che ci sono rischi ma sono valutati sul piatto della bilancia che sono assoluti sulla necessità di riaprire la scuola», ha proseguito Miozzo.

 

«Distanziamento, uso mascherine, igiene, rimangono fondamentali – ha chiarito Miozzo – come prevede anche la comunità scientifica. Noi abbiamo adottato il parametro del metro e su quello abbiamo dato l’impostazione su tutto».

 

«Se si vuole riempire lo scuolabus deve essere ben predisposto un tempo al massimo di 15 minuti per il contatto stretto: il percorso dei ragazzi sullo scuolabus alla massima capienza deve essere inferiore al quarto d’ora», ha aggiunto il coordinatore del Cts Agostino Miozzo alla Commissione Istruzione della Camera.

 

«Sul trasporto pubblico locale abbiamo dato alcune indicazioni che stiamo formalizzando – dice – necessità di aumentare il numero corse, riorganizzazione degli orari di ingressi e uscite per dilazionare gli orari di punta, disinfettanti a bordo dei mezzi di trasporto, sollecitazione all’uso della app Immuni».

 

«Io avrei reso obbligatori i test sierologici ai docenti questo in virtù della certezza propria e di chi sta attorno per un senso di responsabilità. È una procedura invasiva che deve avere un percorso normativo, ma siete voi i rappresentanti del parlamento», ha aggiunto Miozzo, rispondendo alle domande dei deputati in Commissione Istruzione alla Camera.

 

«Nel corso dell’anno scolastico abbiamo immaginato ci siano dei cluster, dei campioni sia per docenti che per gli studenti. È una raccomandazione che il comitato ha già immaginato di poter dare e sostenere», aggiunge.

 

Non c’è «nulla di granitico» sulle mascherine. «Tra due settimane vedremo come è l’andamento dell’epidemia: se schizza verso l’alto molto probabilmente altre precauzioni dovranno essere prese ma siamo convinti questo non succederà; ci saranno se necessari dei lockdown locali, quello totale è memoria del passato, non dovremo più immaginarlo», ha afferma Miozzo, aggiungendo che il Cts sta valutando l’utilizzo di mascherine trasparenti per i docenti per vedere «se compatibili con il lavoro» senza che ci siano margini di rischio e ha ricordato che la struttura del commissario Arcuri fornirà 10 milioni di mascherine alle scuole.

 

Intanto c’è il via libera della Conferenza delle Regioni al documento con le Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia (clicca per scaricare il documento).

 

«A parte una modifica per renderlo più coerente con gli altri documenti – ha spiegato la coordinatrice all’Istruzione, Cristina Grieco, assessore in Toscana – è stato condiviso. Domani c’è la conferenza unificata è ci sarà il via libera definitivo».

 

«La Conferenza delle Regioni – secondo quanto si apprende dal vicepresidente del Friuli Venezia Giulia con deleghe a Salute e Protezione civile, Riccardo Riccardi – ha approvato le indicazioni operative per casi e focolai Covid-19 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia. Permangono le preoccupazioni per aule e trasporti».

 

L’idea del governo di equiparare i compagni di classe ai congiunti per evitare il problema del metro di distanza sui trasporti «non trova particolarmente d’accordo» il presidente della Lombardia Attilio Fontana perché, spiega lo stesso governatore, «quella è una presa in giro: o si può o non si può. E se non si può, si trovano altre soluzioni. Bisogna risolvere i problemi non con degli escamotage».

 

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