Per entrare nel mondo della scuola un’altra strada percorribile, sin da subito e senza partecipare ad alcun concorso, è la messa a disposizione (MAD).

La MAD è una candidatura spontanea con la quale si dichiara di essere disposti a effettuare supplenze, per medi o lunghi periodi.

Per essere più precisi, la MAD è un’istanza informale, legalmente prevista e riconosciuta dal MIUR, mediante la quale è possibile candidarsi come supplente per i seguenti ruoli:

 

I vari istituti scolastici, sia all’inizio sia durante l’intero svolgimento dell’anno scolastico, sono alla perenne ricerca di personale docente e amministrativo, dato che non sempre si riesce a ricoprire i ruoli vacanti o le momentanee assenze con l’eventuale personale nelle graduatorie. Perciò, i dirigenti scolastici si rivolgono proprio a chi ha inoltrato la MAD.

Per l’invio della MAD non vi è alcun limite temporale; può essere spedita in qualsiasi periodo dell’anno, ma, secondo la nostra esperienza, in particolari momenti si hanno maggiori possibilità di ottenere l'incarico.

I periodi che, quindi, possiamo definire bollenti sono:

Tra agosto e ottobre, infatti, le segreterie scolastiche sono in pieno fermento per la convocazione del personale utile alla riapertura della scuola, per cui anche le chiamate da MAD raggiungono punte elevate.

Gennaio, a dispetto delle sue temperature rigide, è un altro mese bollente per le MAD. Di fatto, molti docenti e personale ATA, specie se molto distanti dai loro affetti più cari, al rientro dalle vacanze natalizie, preferiscono richiedere congedi parentali per rimanere un po’ di tempo in più con la propria famiglia. Ciò rende necessario agli uffici scolastici coprire questi buchi, per garantire la continuità didattica, ricorrendo a supplenti.

 

I titoli di studio necessari per inoltrare la messa a disposizione sono:

 

La classe di concorso, è bene ricordarlo a chi è nuovo nel mondo della scuola, è costituita da una serie di materie di insegnamento, individuato mediante da un codice reperibile qui, associato a uno o più titoli di studio.

 

A seconda del titolo di studio in possesso, si può, allora, richiedere:

 

Ricordiamo che si può inviare la MAD anche se si è già iscritti nelle graduatorie. Anche se non è obbligatorio, è bene inserire nella MAD tutti i titoli in proprio possesso come l’eventuale abilitazione, i master conseguiti, le certificazioni linguistiche e informatiche conseguite e, perché no, anche le precedenti esperienze lavorative svolte… il tutto renderà, senza dubbio, più interessante la propria MAD agli occhi di chi dovrà giudicarla.

Infine, è bene sapere, la MAD ha valenza per l’intero anno scolastico nel quale è stata inviata e può essere presentata per più istituti contemporaneamente.

 

Redigere la MAD, però, non è semplice. Non si tratta della compilazione del proprio curriculum vitae, ma di una specifica istanza che deve contenere determinati contenuti e deve essere trasmessa in un modo prestabilito.

Si possono, quindi, commettere errori fatali che precluderebbero l’effettiva possibilità di ricevere una chiamata.

Ti consigliamo, per questi motivi, di affidarti a professionisti del settore che, con un ottimo rapporto qualità/prezzo, inoltreranno la MAD a tutti gli istituti della tipologia indicata. Per di più, la MAD, dopo essere stata inviata agli istituti, verrà caricata anche sulla piattaforma dell’Elenco Nazionale Supplenti, ovvero il database delle MAD da cui attingono non solo le scuole statali, ma anche quelle private, paritarie e i centri di formazione professionali.

 

Così la MAD raggiungerà un numero molto più ampio di istituti e aumenteranno esponenzialmente le possibilità di ottenere l'incarico.

Lo sai che esistono delle app che ti fanno guadagnare soldi veri, se sei disposto a svolgere dei micro-job?

Per esempio se scatti delle fotografie e se rispondi a dei sondaggi.

Certo non stiamo parlando di veri e propri lavori e nemmeno di un vero e proprio stipendio ma almeno potrai ricaricare il cellulare o toglierti qualche sfizio.

Vediamo alcune di queste app che ti fanno guadagnare, senza dubbio le più serie, messe in ordine alfabetico per non influenzare l'installazione di una a scapito dell'altra. Sarai tu a decidere quale di queste app che ti fanno guadagnare, utilizzare, in base a quanto tempo hai voglia di investire e di conseguenza quanto guadagnare.

 

appjobberApp Jobber

È un’applicazione che ti permette di guadagnare soldi se svolgi dei micro-job. L'app si appoggia sul GPS, così appena installata, ti troverai di fronte una mappa dove sono mostrati vari punti d’interesse. Se premi su uno dei vari punti ti verrà mostrato il micro-job da svolgere. Una volta svolto il compito, si potrà ottenere il compenso indicato, che solitamente si aggira tra 1€ e 2€.

 

Tra i micro-job richiesti abbiamo:

 

VANTAGGI: l’app richiede lavori veloci da svolgere in poco tempo e quasi sempre all’esterno.

 

SVANTAGGI: il guadagno è basso rispetto ad altre app simili.

 

Scarica App Jobber per Play Store

Scarica App Jobber per App Store

 

 

BeMyEyeBeMyEye

Anche quest'app richiede di svolgere micro-job.

Ad esempio:

La lista di micro-job disponibili si rinnova ogni settimana.

I lavori, come hai potuto constatare, sono più complessi e di solito ogni micro-job consta di 8-10 domande diverse e, spesso, per ognuna devi anche scattare delle fotografie.

 

VANTAGGI: guadagni più alti, per alcuni job puoi guadagnare anche fino a 15 euro, raramente troverai micro-job da 2€, spesso e volentieri da 4€/5€ in su;

 

SVANTAGGI: i micro-job proposti sono spesso all’interno di negozi, quindi sta a te decidere se entrare in un negozio e perdere almeno 15-20 minuti, oltre a dover scattare fotografie in mezzo ad altre persone.

 

Scarica BeMyEye per Play Store

Scarica BeMyEye per App Store

 

 

Opinion RewardsOpinion Rewards

È l'app di Google che ti permette di guadagnare rispondendo periodicamente ai sondaggi che Big-G ti invia. Il compenso varia dagli 8 ai 75 centesimi a sondaggio. Questo compenso però non è “reale”, ma è un credito da spendere sul Play Store scaricando applicazioni a pagamento, film o canzoni. Attenzione, dovrai spenderlo entro 12 mesi, altrimenti scade.

 

Va specificato che, per ricevere i sondaggi, devi avere non solo il gps sempre attivo ma anche la cronologia delle posizioni, altrimenti non ti arriverà alcun sondaggio.

 

Capiterà così che se ti rechi in qualche negozio, specie una grande catena, circa 24 ore dopo, ti arriva il sondaggio che ti chiede se nelle 24 ore precedenti hai visitato uno dei luoghi elencati in zona. Dovrai rispondere il vero, perché Google ha tracciato le tue posizioni e in realtà ti chiede solo la conferma. Se dai una risposta falsa verrai bannato e non riceverai più alcun sondaggio. Inoltre, per ricevere più sondaggi, conviene spostarsi spesso e non fare sempre lo stesso tragitto.

 

VANTAGGI: rispetto alle app precedenti, se e quando ti capita di andare in negozi, hotel, ecc. vi arriverà un sondaggio. Perciò non dovrai andarci apposta e perdere il tuo tempo.

 

SVANTAGGI: i guadagni sono in crediti non in soldi.

 

Scarica Google Opinion Rewards per Android

 

A questo punto non ti resta che fare la scelta.

Se non hai ancora speso le somme della tua Carta del Docente relative all’anno scolastico 2018/2019 è arrivato il momento di farlo, affrettati.

Infatti, se ti chiedi se le somme residue del 2019 possono essere cumulate con le somme del 2020 la risposta è negativa.

Entro il 31 agosto del 2020 l’intera somma residua relativa all’anno scolastico 2018/2019 deve essere spesa pena la decurtazione dal portafogli.

Invece, la somma dell’anno scolastico 2019/2020 verrà accreditata insieme al bonus relativo all’anno scolastico 2020/2021.

Ti ricordiamo, piuttosto, l’altra data di scadenza, entro la quale devi spendere le cifre per l’acquisto di strumenti legati alla didattica a distanza, ovvero il 31 luglio.

 

Cosa è possibile acquistare entro il 31 luglio con la Carta del Docente? Te lo ricordiamo:

Ma cos’è la Carta del Docente e chi può usufruirne?

È una carta elettronica usata dai docenti per gli aggiornamenti e la formazione. Può essere usata ad esempio per l’iscrizione a corsi sull’uso della Lim e tablet, o a qualsiasi tipo di corso qualificante, come il corso di coding, erogato da enti formativi accreditati.

Può essere usata inoltre per l’acquisto di dispositivi hardware.

Gli insegnanti a cui spetta la Carta del Docente, il cui importo è di 500 euro per anno scolastico, sono:

Se usufruisci della Carta del Docente non ti resta che ricordare quindi le due scadenze principali:

 

Inutile girarci intorno, per il concorso docenti ordinario sarà necessaria anche la prova preselettiva.

Si prevede, infatti, che saranno in tanti a partecipare al concorso. E in questo articolo troverai tutte le informazioni di cui hai bisogno.

L’ufficialità dello svolgimento della prova preselettiva l’avremo solo dopo la consegna di tutte le domande. Ciò avverrà se, a livello regionale e per ciascuna procedura, i candidati saranno superiori a quattro volte il numero dei posti messi a concorso.

Quindi solo alcuni candidati, di una specifica regione e classe di concorso, saranno sottoposti alla prova preselettiva.

Visto che non possiamo aspettare fino alla fine, secondo noi è meglio farci trovare pronti alla prova preselettiva, poiché la probabilità che si svolga è molto elevata.

E poi, come si dice… repetita iuvant.

 

La prova preselettiva verrà svolta al computer, avrà la durata di 60 minuti e gli argomenti saranno:

 

Si assegnerà un punto per ogni risposta esatta e zero punti alle risposte non date o sbagliate.

 

La cosa più importante da segnalare è che non esiste un punteggio minimo raggiunto il quale si ritiene superata la prova, ma il superamento sarà dato dal numero dei partecipanti e dal punteggio più alto raggiunto da, chiamiamolo, il migliore.

Per essere chiari, alla prova scritta sarà ammesso un numero di candidati pari a tre volte il numero dei posti messi a concorso dalla regione per quella specifica procedura. Questo meccanismo è stato scelto dal Ministero per evitare sia un numero troppo esiguo, che renderebbe poco competitivo il concorso, sia un numero troppo elevato, che renderebbe complesso gestire tutta la procedura.

Quindi chi supera la prova preselettiva accede a quella scritta, chi non la supera ha già terminato il concorso.

Inoltre, è bene ricordare, che il punteggio della prova preselettiva non si somma ai punteggi delle prove scritte, orali e titoli, che in realtà sono le vere e proprie prove del concorso, mentre la preselettiva serve solo a una scrematura dei partecipanti.

La buona notizia è che sarà prevista una banca dati ufficiale, dalla quale saranno poi scelte le 60 domande della prova e grazie alla quale i candidati potranno esercitarsi.

Al momento però il Ministero non ha indicato una data precisa entro la quale tale banca dati sarà pubblicata, ma ha dichiarato che i quesiti saranno diffusi venti giorni prima dell’eventuale prova preselettiva.

Secondo i bene informati la prova preselettiva si svolgerà in autunno.

Per cui, dato che i giorni saranno pochi per esercitarti, se hai deciso di partecipare al concorso docenti ti consigliamo di prepararti per tempo e approfittare delle varie banche dati, più o meno ufficiali, che la rete ti offre.

Non perdere tempo, un piccolo assaggio delle domande di capacità logica che troverai nella prova preselettiva le puoi scaricare qui.

Ci sono corsi che possono far aumentare le nostre competenze e, soprattutto, il punteggio per il concorso a docente e per il personale Ata nel mondo della scuola.

Fra questi, uno molto interessante il corso di dattilografia. Una tecnica, quella della dattilografia appunto, che non solo ci permette di acquisire competenze in più ma ci apre un altro universo lavorativo che è quello legato alle trascrizioni delle attività nei tribunali, piuttosto che delle riunioni istituzionali siano esse di amministrazioni pubbliche o sindacali.

Ma cosa ci serve per aumentare le nostre competenze con la dattilografia e avere, dunque, punti in più per i concorsi pubblici?

Un ottimo modo è quello di seguire un corso di dattilografia online a prezzi molto vantaggiosi. La possibilità di seguirlo in rete fa in modo che il corso di dattilografia si adatti alle nostre esigenze e non il contrario. E questo non è assolutamente da sottovalutare visto che, ad esempio, potremmo seguire il corso di dattilografia mentre facciamo una pausa dal lavoro.

In sole duecento ore possiamo imparare l’uso della dattilografia e aumentare i punti per i concorsi. Alcune formule offrono anche, in abbinata, un corso di tecnico. Cinquanta ore in più che conviene sempre fare per aumentare le proprie competenze.

Una volta terminato il corso di dattilografia che, come detto sopra, possiamo fare comodamente da casa non solo avremo imparato una tecnica nuova ma nelle nostre mani avremo anche un attestato di partecipazione di dattilografia da 200 ore riconosciuto dal Miur della validità di un punto per le graduatorie Ata e, se facciamo anche il corso tecnico, un attestato di partecipazione per lo svolgimento del ruolo di Assistente Tecnico riconosciuto dal Miur.

Il corso di dattilografia ha dei costi molto bassi anche in rapporto all’opportunità che ci offre: una competenza in più da spendere in vari settori della nostra vita professionale e, soprattutto, un punto in più nella graduatoria Ata.

Un ragionamento di costi/benefici assolutamente da fare.

Chi al momento sta pensando di tentare la strada del concorso docenti, si ritrova fra i requisiti richiesti i famosi 24 CFU necessari per l’insegnamento.

Ma cosa sono i 24 CFU? Sono necessari per tutti? Come si acquisiscono e quali sono i costi?

Entriamo nel dettaglio!

 

24 CFU: cosa sono?

I CFU sono i Crediti Formativi Universitari e sono gli indicatori con cui, nelle università italiane, viene misurato il carico di lavoro richiesto allo studente per frequentare le lezioni e preparare il suddetto esame.

In seguito al Decreto 24 CFU il MIUR ha stabilito che l’acquisizione dei crediti siano necessari per l’insegnamento.

Questo significa che per poter partecipare al concorso docenti 2020 non è più sufficiente il titolo di laurea adatto alla classe di concorso, ma bisogna aver acquisito i 24 crediti formativi nello specifico in:

 

 

 

Sono necessari per tutti?

Sì, se vuoi intraprendere la strada dell’insegnamento, a qualsiasi livello, devi possedere i 24 crediti previsti dal MIUR.

Sono necessari per il concorso straordinario scuola secondaria, per la procedura straordinaria per l’abilitazione, per il concorso ordinario scuola secondaria e anche per coloro i quali richiedono l’inserimento nelle graduatorie d’istituto di III fascia.

Gli unici a essere esonerati dal conseguimento dei 24 CFU sono i docenti abilitati.

 

Come si acquisiscono?

Naturalmente alcuni percorsi di studi ne prevedono l’acquisizione, ma qualora tu abbia già conseguito la laurea è necessario anzitutto verificare la corrispondenza dei settori disciplinari.

Se tale corrispondenza non dovesse esserci ti trovi nella condizione di doverli recuperare.

Puoi chiedere alle Università, alle Università telematiche o agli Enti di formazione autorizzati ad attivare i corsi per il conseguimento dei 24 crediti formativi.

 

Il costo

Il Miur ha previsto che per l’acquisizione dei crediti non si superi la cifra dei 500 euro.

Non ti resta che controllare se il tuo percorso di laurea preveda i 24 CFU o se tu debba rivolgerti agli Enti appositi che ti possano permettere di acquisirli.

È nata restoincampo, l’app grazie alla quale trovi lavoro in agricoltura.

Il settore agricolo ha sempre bisogno di manodopera, specie in questo periodo sia per la stagionalità di alcuni raccolti sia per il momento di difficoltà generale che sta attraversando il nostro Paese a causa del Covid-19.
Per garantire, quindi, un costante afflusso di materie prime è fondamentale creare un luogo d’incontro tra domanda e offerta di lavoro nel settore dell'agricoltura. A questa esigenza risponde restoincampo che crea così una piazza virtuale e immediato di scambio domanda/offerta.

Sviluppata da Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro) per conto del Ministero del Lavoro, restoincampo è scaricabile gratuitamente sui vari store (Google Play e App Sore) e funziona su tutti i device (Android e iOS).

Come funziona

Gli imprenditori agricoli, dopo essersi iscritti, inseriscono le proprie offerte di lavoro, visualizzano le candidature ricevute, le valutano e se ritenute idonee contattano direttamente il candidato.

Analogamente chi cerca lavoro nei campi può crearsi un proprio profilo, inserire le proprie competenze e rendersi disponibile per le varie richieste che troverà nell’elenco dell’app.

Il Direttore Generale dell’Agenzia, Paola Nicastro, ha dichiarato: «l’app restoincampo è una grande opportunità per sostenere le imprese e i lavoratori autonomi del settore, duramente colpiti dalla crisi derivante dall’emergenza sanitaria e chiamati a fronteggiare una stagione cruciale per i propri cicli produttivi. L’app è pensata in modo agile, intuitivo e semplificato [...]. È uno strumento di supporto anche per i lavoratori immigrati che prestano manodopera in agricoltura, con l'obiettivo di sottrarli allo sfruttamento del caporalato e con l'ambizione di renderli autonomi».

Oggi disponibile solamente per il settore agricolo, l’app in futuro potrà essere facilmente adattata ed estesa ad ogni altro settore produttivo, in quanto è integrata con i servizi di MyANPAL... così si potrà rispondere in modo efficace a tutte le esigenze di lavoratori, imprese e operatori.

Se la campagna è sempre stata la tua passione, non resta che scaricare l’app e iscriversi.
Provare per credere.

Fare buona impressione durante un colloquio di lavoro è il primo, ma anche il più difficile passo per trovare un nuovo impiego. O un nuovo impiegato. Non solo il candidato infatti deve cercare di presentarsi al meglio, anche il selezionatore deve fare in modo che la posizione che sta proponendo venga ritenuta valida e degna di essere presa in considerazione da chi ha davanti. Spesso è proprio durante questo momento così delicato che una delle due parti si comporta in modo da indisporre l’altra, facendo alcuni errori banali ma imperdonabili e giocandosi così un’occasione per crescere professionalmente, o per avere il talento giusto nella propria squadra.

Per quanto riguarda le aziende in cerca di nuovi talenti, ben il 63% non vede di buon occhio i candidati che hanno un atteggiamento scocciato o supponente in fase di colloquio, identificando in questo errore una delle prime cause per non prenderli in considerazione. Pessima anche l’idea di dare la colpa agli altri per giustificare eventuali insuccessi lavorativi o incidenti di percorso (52%), denotando una scarsa capacità di autovalutazione e autocritica, così come quella di arrivare in ritardo (39%) che è poco tollerata anche nel caso in cui ci sia una motivazione valida. Poco consigliabile è inoltre il parlar male del vecchio capo e degli ex-colleghi e il voler cercare di fare l’amicone dando del tu (entrambi 30%), due atteggiamenti che identificano una persona poco rispettosa degli altri e quindi un collega che nessuno vorrebbe avere come compagno di scrivania, oppure avere un linguaggio poco appropriato per il contesto, utilizzando espressioni gergali o, peggio, parolacce (29%). Chiudono la classifica lo svicolare le domande (19%), dando l’impressione di non avere una risposta adeguata e di non essere troppo preparato, o l’essere troppo prolisso (12%) rischiando di aggiungere informazioni superflue o non richieste che potrebbero distogliere l’attenzione dai punti davvero importanti.

Passando la parola ai candidati, al primo posto tra ciò che rivelano di non sopportare in un selezionatore c’è il dare poche informazioni sull’azienda ed essere evasivi e poco chiari sul tipo di posizione ricercata (43%), atteggiamento che lascia immaginare scarsa preparazione o, peggio ancora, qualcosa da nascondere. Segue a poca distanza l’essere guardati con aria di superiorità (40%), davanti addirittura all’avere a che fare con un interlocutore che guarda il cellulare (35%) o peggio fa facce strane o rimane totalmente inespressivo di fronte a ogni cosa che viene detta (27%). Scendendo nella blacklist, troviamo a pari merito con il 26% delle preferenze, il non essere preparato sul curriculum vitae, dando l’impressione di leggerlo in quel momento per la prima volta, e il non sapere rispondere alle domande inerenti la posizione per la quale si sta facendo la selezione. Più tollerati sono invece l’arrivare in ritardo (22%) e l’informarsi su interessi extra lavorativi o legati alla sfera personale (14%).

Novità per Resto al Sud, l'incentivo del governo, gestito da Invitalia, per sostenere la nascita di nuove attività imprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno: la possibilità di fruire delle agevolazioni, finora riservate solo agli under 36, viene estesa anche agli under 46 e ai liberi professionisti.
Con la legge di Bilancio 2019 si amplia dunque la platea di destinatari delle agevolazioni di Resto al Sud, che offrono contributi per l’avvio di imprese nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
I liberi professionisti che intendono accedere all’incentivo, nei dodici mesi che precedono la richiesta di agevolazione a Invitalia, non dovranno essere titolari di partita Iva per un'attività analoga a quella proposta per il finanziamento. Inoltre, dovranno mantenere la sede operativa nelle regioni del Mezzogiorno interessate.
A poter beneficiare delle agevolazioni potranno essere, ad esempio, i professionisti, ex dipendenti di uno studio, che vorranno aprirne uno proprio o chiunque voglia uscire da una situazione di precariato o lavoro irregolare. Più in generale si offre una possibilità a chi vuole investire sulle proprie competenze ma ha difficoltà a reinserirsi nel mercato del lavoro. Si ricorda che il finanziamento Resto al Sud copre il 100% delle spese ammissibili e consiste in: contributo a fondo perduto pari al 35% dell’investimento complessivo, finanziamento bancario pari al 65% dell’investimento complessivo, garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI.

Gli interessi del finanziamento sono interamente coperti da un contributo in conto interessi.
L'importo massimo del finanziamento erogabile è di 50mila euro per ciascun socio, fino ad un ammontare massimo complessivo di 200mila euro.
Le domande, corredate da tutta la documentazione relativa al progetto imprenditoriale, vanno inviate a Invitalia, attraverso la piattaforma dedicata, accessibile dal sito invitalia.it.
L’Agenzia esamina i progetti in base all'ordine cronologico di arrivo e ne valuta la sostenibilità tecnico-economica, dando una prima risposta formale entro 60 giorni dalla presentazione dell'istanza.
E’ possibile seguire l’iter del progetto attraverso l’App dedicata Resto al Sud, totalmente gratuita.
Nel 2018 con Resto al Sud sono nate oltre 2.200 imprese nel Mezzogiorno e sono stati creati più di 8.200 posti di lavoro.

Per avere la meglio sulle altre candidate può essere d’aiuto puntare sull’immagine. La parola d’ordine è sobrietà. Viso fresco, smalto perfetto e trucco leggero: è questa la strategia vincente al colloquio di lavoro.

Avere un buon curriculum è fondamentale, certo. Ma quando si tratta di sostenere un colloquio di lavoro, anche l’aspetto è importante. Numerose ricerche americane hanno documentato che i responsabili delle risorse umane impiegano solo cinque minuti per farsi un’idea del candidato, quindi la prima impressione è quella che conta.

Sono 9 i punti di forza su cui concentrasi.

A proposito di tendenze moderne, gli ultimi #hastag di #Instagram gridano: mettetevi in coda!!! Non ci sono dubbi che una coda fatta come si deve sia già di per sé elegante. Molte le soluzioni per un semi-raccolto chic. Si può ad esempio creare la coda prendendo poche ciocche sulle lunghezze e fissandole in un punto della testa, anche sul lato con effetto side-hair molto bon ton. Gli accessori possono fare la differenza. L’elastico, innanzitutto, che può ‘ingabbiare’ la coda in quella che è stata definita la ‘bondage tail’, una  ponytail avvolta da incroci ordinati per tutta la lunghezza dall’aria decisamente grintosa e ricercata. Volendo l’elastico può anche chiudere la coda su se stessa in una sorta di chignon oppure raccogliere in un’unica coda quattro codini realizzati in punti diversi dalla testa. Via libera ad accessori gioiello, ma anche a fermagli e ferretti sempre in un mood romantico e molto chic.

CORSI RICONOSCIUTI DAL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE
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