I problemi di medio - lungo periodo non fanno presa, meglio mostrare i cambiamenti immediati. E dare il buon esempio in casa.
Fino a qualche manciata di anni fa fumare, per quanto nocivo era considerato ‘in’: pensiamo all’impatto di certe immagini di divi di Hollywood immortalati in scene cult dei film con l’immancabile sigaretta. I dati sul fumo sono allarmanti; tuttavia, complici i divieti introdotti dalla legge Sirchia, si ha netta la percezione che il fumo sia visto molto più negativamente rispetto a un tempo. Purtroppo resiste, fra i giovanissimi, il rito della sigaretta accesa in compagnia, ed è per questo che resta fondamentale promuovere progetti e iniziative che stronchino sul nascere l’insorgere della dipendenza. Il tema rientra infatti fra le numerose iniziative di prevenzione promosse. Sugli adolescenti che, ancora, incominciano a fumare, grava la pressione dei coetanei. Studi sul tema confermano che la prima sigaretta viene accesa quando si è in compagnia. Vi è poi un altro fattore, che influenza in modo particolare le ragazze; s’illudono che fumare aiuti a dimagrire, identificandolo come un modo per controllare l’appetito. A tutto ciò si aggiunge, in molti casi, l’esempio non positivo dato dai genitori che fumano in un delicato momento della costruzione della propria identità. Certo, ormai sono noti a tutti i danni, anche letali, del fumo sulla salute: da quelli che coinvolgono l’apparato cardiovascolare a quelli respiratori; oltre, purtroppo, ai tumori al polmone, al rene, alla vescica. Si tratta, tuttavia, di rischi dalla portata che i ragazzi non colgono pienamente, perché legati a una prospettiva a medio – lungo termine. Per essere persuasivi, è meglio calcare su problemi che si manifestano nell’immediato: alle ragazze, sarebbe utile, far presente che fumare rovina lo smalto dentale, che fa invecchiare la pelle, che i capelli si fanno spenti e opachi e che col tempo possono comparire sul labbro superiore antiestetiche rughe. I ragazzi, invece, dovrebbero essere informati su quanto il fumo incida negativamente sulle prestazioni sportive.
Come si articola il percorso di prevenzione?
Per prima cosa, in tutte le scuole, si dovrebbe far compilare ai ragazzi un questionario per valutare la loro dipendenza fisica e psicologica dal fumo: per esempio, si potrebbe chiedere quando si è iniziato, dopo quanto tempo dal risveglio si fuma la prima sigaretta, perché si desidera smettere. Serve a capire quanto siano motivati. Potrebbero anche verificarsi, a questo punto, un incontro con lo psicologo e in alternativa decidere quale percorso terapeutico intraprendere. L’idea che potrebbe rivelarsi vincente è proprio quella di presentare la farmacia come punto di riferimento per i ragazzi: un luogo vicino casa, familiare, che spaventa meno di un ospedale. La terapia più comune per combattere la dipendenza da fumo consiste nell’assunzione di prodotti nicotinici da banco: chewing gum dunque, ma anche cerotti e spray sublinguali. Assumere questi farmaci può aiutare a ridurre in maniera graduale le cosiddette bionde.