Il malcontento dei docenti precari

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07/07/2020
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È un periodo piuttosto intenso e agitato per i docenti precari. Da un lato c’è il nuovo concorso per la scuola (se ancora non lo hai fatto, puoi scaricare tutte le prove precedenti e allenarti) dall’altro le graduatorie per le supplenze.

Il concorso proprio non sembra dare pace e non solo ai candidati. Riesce a scontentare tutti: dai docenti supplenti al personale Ata.

Uno dei problemi maggiori, sta proprio nell’incertezza dei tempi dei concorsi e delle graduatorie che, giustamente, innervosiscono chi li aspetta da tempo.

C’è chi si è preparato per tutta una vita a questo obiettivo e sta attendendo. C’è chi si è sacrificato tanto per raggiungere questo punto e sta attendendo. Il fastidio, dunque, è tanto.

Dall’altra c’è l’incertezza e le novità introdotte dalla bozza delle graduatorie per le supplenze.

Nonostante la bozza d’ordinanza del Miur relativa alle supplenze sia stata discussa con i sindacati, le incertezze sono tante. Su tutte, la data che apre le danze all’inserimento nelle graduatorie e, soprattutto, la finestra temporale per fare la domanda online che sarà di soli 15 giorni.

Ad essere molto delusi sono soprattutto i docenti precari.

Perché? Il motivo è da ricercare nelle novità inserite. Ad esempio: la valutazione dei master passa da ben 3 a soli 0,5 punti. Poi vengono introdotti nuovi titoli come la valutazione dell’abilitazione scientifica nazionale e professionale di I e II fascia. In ultimo l’inserimento nelle graduatorie nazionali Afam vale 12 punti.

I motivi per forme di agitazione sono diversi e condivisibili.

Il malcontento dei precari avviene perché la preparazione alle graduatorie si effettua sulla base della tabella utilizzata dall’ultimo aggiornamento che valuta solo l’ultimo triennio.

I docenti precari hanno sempre avuto come punto di riferimento la tabella di valutazione del 2017 e su quella hanno costruito la propria posizione... ora però, la tabella ha subito delle variazioni.

Se il ministero propone una tabella revisionata il giorno in cui viene pubblicato il decreto e viene aperta la piattaforma per la presentazione della domanda, vuol dire “pescare” a caso tra i docenti che potrebbero essere in possesso di quei titoli.

I docenti precari pensano dunque ad una svalutazione di titoli che hanno un valore per il riconoscimento della professionalità.

E questo, giustamente, li manda su tutte le furie.

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