Scuola, 80mila immissioni in ruolo

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05/08/2020
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La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina è sicura: sono in arrivo 80mila immissioni in ruolo per il mondo della scuola. Qualche numero lo avevamo fatto in un articolo precedente e la ministra Azzolina conferma e rilancia.

«A conclusione delle procedure concorsuali avviate dal Ministero, avremo garantito l'immissione in ruolo di 78mila docenti – ha detto la ministra –. È un grande risultato, che ci consentirà di dare stabilità a un gran numero di docenti e di garantire la continuità didattica dell'insegnamento per i nostri studenti».

Lucia Azzolina ha rilasciato tali dichiarazioni alla VII Commissione in Senato dopo l'audizione del 1° luglio sulle iniziative di competenza del Ministero connesse all'emergenza epidemiologica Covid-19 e sull'avvio del prossimo anno scolastico.

Sempre Azzolina ha spiegato di aver presentato al Ministero dell’Economia «la richiesta di oltre 80.000 assunzioni a tempo indeterminato di personale docente per l'anno scolastico 2020/2021».

Il Ministero dell’Istruzione ha, dunque, formalizzato la richiesta di 80mila immissioni in ruolo per il prossimo anno scolastico. Non resta, perciò, che attendere nei prossimi giorni la risposta del Mef.

La procedura per le immissioni in ruolo sarà digitalizzata. In più, a partire dalle assunzioni del 1° settembre 2020 scatta il vincolo almeno quinquennale sul posto di assunzione.

 

Da dove arriveranno queste 80mila immissioni in ruolo?

Dal 2020/2021 le immissioni in ruolo si avranno in due modi:

  • con le immissioni in ruolo ordinarie (50% Gae e 50% concorsi, inclusa fascia aggiuntiva);
  • con la procedura straordinaria per coprire eventuali posti residui con “chiamata veloce”.

 

Ricordiamo, inoltre, che sono idonei per le immissioni in ruolo anche i docenti inclusi nelle graduatorie di merito dopo il superamento della procedura concorsuale del 2016.

Inizialmente le graduatorie di merito del concorso docenti 2016 avevano validità triennale, ma due interventi normativi (legge di bilancio 2018 e decreto scuola) ne hanno, infatti, prolungato la durata a 5 anni.

 

Chiamata veloce

Ogni anno, terminate le immissioni in ruolo, restano vacanti molti posti, che solitamente vengono coperti da supplenti con contratti fino al 30 giugno o al 31 agosto.

Con la nuova procedura, si vorrebbe ridurre il ricorso ai supplenti, che spesso arrivano in aula ad anno scolastico già ampiamente iniziato.

Con la chiamata veloce, i supplenti, inseriti nelle graduatorie di concorso vigenti e nelle graduatorie a esaurimento, possono optare per una o più provincie, occupando così volontariamente e rapidamente i posti rimasti vacanti.

 

Non resta che aspettare, anche se nel mondo sindacale e politico c’è scetticismo sulla possibilità di poter assegnare tutti questi posti prima dell’inizio dell’anno scolastico.

 

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