La scuola italiana è un universo complesso dove tutto va spesso in panne e le polemiche impazzano senza freno.
Quest’estate, figlia dei problemi del Covid, più degli altri anni vede il tema scuola al centro del dibattito pubblico. Con le polemiche che non mancano anche fra le forze di maggioranza che compongono il governo Conte dove la Azzolina è ministra dell’Istruzione.
Uno dei tanti problemi, che stiamo seguendo con particolare attenzione da diversi giorni, è quello delle graduatorie provinciali per le supplenze con l’accesso multimediale al sistema andato in tilt.
Polemiche che hanno investito anche la viceministra dell’Istruzione Anna Ascani che in provincia di Cagliari ha incontrato un gruppo di precari della scuola.
«La qualità della scuola interessa a tutti noi. Per le istanze per le graduatorie provinciali siamo consapevoli che ci sono dei problemi per gli accessi e vediamo quello che si potrà fare. Per il precariato mi confronterò con la ministra, non voglio dare illusioni – ha detto la Ascani – Abbiamo chiesto da tempo che ci sia una riflessione su come si diventi insegnanti con ingresso stabile. Abbiamo chiesto che, chiusi i concorsi, si apra nel minor tempo possibile il tavolo ad hoc: un percorso che va fatto con sindacati e tutto il mondo della scuola».
«Il governo ha messo a disposizione imponenti risorse e poi si provvederà all’assegnazione dell’organico di emergenza. Invieremo in mattinata un testo per le scuole dell’infanzia 0-6 anni», ha concluso la viceministra.
Intanto il presidente della commissione Cultura al Senato, Mario Pittoni, in una nota, continua la sua personale battaglia contro la ministra Azzolina.
«Con l’ordinanza sulle graduatorie provinciali Azzolina conferma di appartenere alla categoria di chi i problemi li crea, invece di risolverli. […] L’atto del ministro [va, N.d.R.] a modificare il delicato sistema di rapporti ed equilibri determinato dalla sedimentazione pluridecennale di punteggi e valutazioni. Dal nulla si vanno a sviluppare situazioni di contrapposizione, che inevitabilmente sfoceranno in pesanti contenziosi. […] Cosa costava adottare un sereno e ponderato regime transitorio che traghettasse senza scosse il vecchio quadro valutativo verso il nuovo?».
Intanto, per non farci mancare nulla, anche il Partito democratico si unisce al coro delle critiche e chiede alla Ministra dell’Istruzione una proroga dei termini per le graduatorie provinciali per le supplenze.
«I problemi che in questi giorni ci vengono segnalati circa gli accessi per le istanze per le graduatorie provinciali credo impongano uno sforzo aggiuntivo che consenta di superare nel breve tempo possibile le difficoltà riscontrate, valutando eventualmente una forma di proroga, almeno di qualche giorno, nella scadenza dei termini. Ci confronteremo comunque con la Ministra per trovare le soluzioni più idonee per garantire a tutti di poter inserire la domanda e nel contempo di non ritardare assolutamente l’apertura delle scuole. Per il futuro, come diciamo da tempo, come abbiamo scritto nel programma a suo tempo e nel decreto scuola il mese scorso, e come ha ribadito stamane la viceministra Ascani, è necessario far partire il tavolo con gli esperti del mondo della scuola e i sindacati, che trovi le migliori soluzioni circa il percorso da intraprendere per diventare insegnanti. Deve essere un percorso lineare che selezioni i migliori docenti da portare in cattedra. Non può cambiare ad ogni cambio di governo: chi vuole diventare insegnante deve sapere fin dai banchi dell’università come dovrà farlo. E i concorsi dovranno avere una cadenza regolare annuale o al massimo biennale, come si fa nelle altre amministrazioni. Ci vorranno anni per risolvere il problema del precariato, ma questa è l’unica strada per cominciare».
Nel frattempo il tempo passa, i problemi rimangono e gli operatori della scuola restano infuriati… sempre più!
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