E' il momento di capirne di più sugli Ata. Come abbiamo già scritto, il 2021 sarà un anno importante per diventare personale Ata. Saranno diverse, infatti, le occasioni per entrare nelle graduatorie. Ma, oltre al punteggio che ogni aspirante Ata deve avere (qui vi spieghiamo come calcolarlo), c'è altro da sapere.

Ed ecco a voi una breve ma essenziale guida per diventare personale Ata.

Oltre ai professori e agli insegnanti, che sono chiamati a svolgere l’attività di insegnamento ai bambini ed ai ragazzi, all’interno delle scuole lavorano molte altre figure professionali che svolgono mansioni diverse dall’insegnamento. Un tempo si chiamavano bidelli, poi operatori scolastici e oggi sono chiamati personale Ata. Una posizione che può garantire un posto pubblico a tempo indeterminato.

Cos'è il concorso Ata di teza fascia?
Il concorso Ata terza fascia è una selezione pubblica per soli titoli (non sono previste prove d’esame) che permette di entrare nella graduatoria di terza fascia per lavorare come supplenti. Rappresenta il primo passo per ottenere un impiego nelle scuole italiane svolgendo ruoli Ausiliari, Tecnici e Amministrativi in quanto possono accedere anche persone che non hanno mai lavorato nella scuola.

Come si entra in graduatoria?
Per entrare in graduatoria è necessario presentare la domanda quando vengono aperti i concorsi relativi al personale ATA. Chi non ha mai lavorato come Ata deve partecipare al concorso terza fascia.

Nel 2021 uscirà il nuovo concorso graduatorie Terza Fascia Ata, che farà riferimento a tutte le istituzioni scolastiche ad esclusione delle scuole della Regione Valle d’Aosta e delle province autonome di Trento e Bolzano, i cui Uffici Scolastici provvederanno autonomamente a pubblicare gli avvisi pubblici per l’inserimento e l’aggiornamento degli elenchi.

Che titoli ci vogliono?
ci sono graduatorie a cui è possibile accedere senza aver mai lavorato nella scuola. Il possesso di titoli di servizio può essere utile per migliorare il posizionamento in graduatoria.

Perché devo entrare in graduatoria?
Entrare in graduatoria permette di essere chiamati per lavorare nelle scuole. Infatti le scuole italiane attingono dalle graduatorie i nominativi delle persone da chiamare per assunzioni o supplenze.

A che età posso fare il concorso Ata?
Bisogna avere un'età compresa tra i 18 e i 66 anni.

Dove ci si iscrive?
Le domande di iscrizione per far parte delle graduatorie del personale Ata devono essere presentate secondo le modalità e le scadenze indicate nei bandi indetti dal Miur. Istanze Online del Ministero dell'Istruzione, accessibile tramite la piattaforma POLIS (Presentazione On-Line delle Istanze).

Quanto si guadagna come personale Ata?
Lo stipendio annuale con contratto indeterminato si aggira intorno ai 14.903,94 euro lordi, a cui si aggiungono 702,00 euro come compenso individuale accessorio e 171,84 euro di indennità vacanza contrattuale.

Qualsiasi altra informazione può essere richiesta scrivendo dei commenti di questo articolo.

Il 2021 apre nuove possibilità per lavorare nel mondo della scuola come personale Ata. Ma, per far parte della famiglia degli Ata, bisogna avere determinati requisiti e calcolare il proprio punteggio.

In questo articolo vi forniremo le informazioni necessarie e la tabella per il calcolo dei propri punteggi nelle graduatorie.

Con le prossime domande 2021 sarà possibile aggiornare la propria posizione per coloro che sono già presenti in graduatoria, oppure inserirsi per i nuovi aspiranti supplenti.

Un modo per aumentare il proprio punteggio è quello di effettuare alcuni corsi professionalizzanti. Molti si possono svolgere online, ad esempio il corso di dattilografia.

Sulla base delle tabelle di valutazione del DM 640/2017 è possibile calcolare il punteggio del servizio svolto per ogni profilo professionale.

Come assistente amministrativo ci sono 6 punti per ogni anno scolastico, ovvero 0,50 punti al mese o frazione superiore a 15 giorni, se il servizio è stato prestato in qualità di responsabile amministrativo o assistente amministrativo in scuole dell’infanzia statali, delle Regioni Sicilia e Val d’Aosta, delle province autonome di Trento e Bolzano, scuole primarie statali, scuole di istruzione secondaria o artistica statali, nelle istituzioni scolastiche e culturali italiane all’estero, nelle istituzioni convittuali.

Lo stesso servizio prestato in scuole dell’infanzia non statali autorizzate, scuole primarie non statali parificate, sussidiate o sussidiarie, scuole di istruzione secondaria o artistica non statali pareggiate, legalmente riconosciute e convenzionate, scuole non statali paritarie, il punteggio si dimezza. Si calcolano pertanto 3 punti per ogni anno, ovvero 0,25 punti per ogni mese (o 16 giorni) di servizio svolto.

Altro servizio prestato in una qualsiasi scuola statale, compreso servizio Cracis e il servizio prestato con rapporto di lavoro costituito con enti locali, servizio prestato come modello vivente per ogni anno si calcolano 0,10 punti per ogni mese di servizio o frazione superiore a 15 giorni, fino a massimo 1,20 punti per ciascun anno scolastico. Se il servizio è stato prestato nelle scuole di cui abbiamo parlato in precedenza, il punteggio si dimezza.

Il servizio prestato alle dirette dipendenze di amministrazioni statali, negli enti locali e nei patronati scolastici viene valutato per ogni mese o frazione superiore a 15 giorni 0,05 punti e fino a un massimo di punti 0,60 per ciascun anno scolastico.

Con una differenza per i profili del guardarobiere, addetto alle aziende agrarie e del collaboratore scolastico, per i quali l’ “Altro servizio” viene valutato con 0,15 punti al mese e fino a un massimo di 1,80 punti per ciascun anno scolastico.

Solo per il profilo professionale dell’infermiere viene inoltre valutato il servizio prestato nei convitti annessi agli istituti tecnici e professionali, nei convitti nazionali, negli educandati femminili dello Stato in qualità di infermiere: 6 punti per ciascun anno scolastico, ovvero 0,50 punti per ogni mese o frazione superiore a 15 giorni.

La valutazione del diploma con votazione in sessantesimi, nelle graduatorie di circolo e di istituto di III fascia del personale Ata è effettuata nel seguente modo:
36/60= 6,00 punti
37/60= 6,17 punti
38/60= 6,33 punti
39/60= 6,50 punti
40/60= 6,67 punti
41/60= 6,83 punti
42/60= 7,00 punti
43/60= 7,17 punti
44/60= 7,33 punti
45/60= 7,50 punti
46/60= 7,67 punti
47/60= 7,83 punti
48/60= 8,00 punti
49/60= 8,17 punti
50/60= 8,33 punti
51/60= 8,50 punti
52/60= 8,67 punti
53/60= 8,83 punti
54/60= 9,00 punti
55/60= 9,17 punti
56/60= 9,33 punti
57/60= 9,50 punti
58/60= 9,67 punti
59/60= 9,83 punti
60/60= 10,0 punti

E di seguito ecco la tabella per la valutazione del diploma in centesimi per le graduatorie Ata:
60/100 = 6,0 punti
61/100 = 6,1 punti
62/100 = 6,2 punti
63/100 = 6,3 punti
64/100 = 6,4 punti
65/100 = 6,5 punti
66/100 = 6,6 punti
67/100 = 6,7 punti
68/100 = 6,8 punti
69/100 = 6,9 punti
70/100 = 7,0 punti
71/100 = 7,1 punti
72/100 = 7,2 punti
73/100 = 7,3 punti
74/100 = 7,4 punti
75/100 = 7,5 punti
76/100 = 7,6 punti
77/100 = 7,7 punti
78/100 = 7,8 punti
79/100 = 7,9 punti
80/100 = 8,0 punti
81/100 = 8,1 punti
82/100 = 8,2 punti
83/100 = 8,3 punti
84/100 = 8,4 punti
85/100 = 8,5 punti
86/100 = 8,6 punti
87/100 = 8,7 punti
88/100 = 8,8 punti
89/100 = 8,9 punti
90/100 = 9,0 punti
91/100 = 9,1 punti
92/100 = 9,2 punti
93/100 = 9,3 punti
94/100 = 9,4 punti
95/100 = 9,5 punti
96/100 = 9,6 punti
97/100 = 9,7 punti
98/100 = 9,8 punti
99/100 = 9,9 punti
100/100 = 10 punti

Il decreto n. 60 del 10 luglio 2020 ha sancito diversi cambiamenti o, per dirla con le parole della ministra Azzolina, ha determinato “una rivoluzione” nella scuola. Dalla costituzione delle graduatorie provinciale per le supplenze (GPS), alla modalità di aggiornamento delle graduatorie stesse, fino al reclutamento e alle procedure relative al calcolo dei punteggi.

Ed è proprio di quest’ultimo elemento che vogliamo parlarvi, perché sia per l’aggiornamento delle graduatorie del corpo docente che per il prossimo aggiornamento delle graduatorie ATA, è fondamentale sapere come sono cambiate le tabelle di valutazione dei titoli di servizio e culturali introdotte dal decreto.

In quest’articolo parleremo soprattutto delle certificazioni informatiche e vedremo i cambiamenti introdotti.

 

Le tabelle di valutazione titoli

Rispetto alle tabelle del 2017 è stato ridotto il punteggio attribuito per le certificazioni, i Master e i corsi di perfezionamento.

Nelle precedenti tabelle, infatti, per chi avesse conseguito un Master venivano conteggiati ben tre punti, nelle nuove tabelle, invece, il punteggio viene ridotto a un solo punto.

Per i titoli informatici si è mantenuto il tetto massimo di 2 punti per quattro titoli complessivi. Quindi a ogni certificazione informatica, di fatto, sono attribuiti 0,5 punti.

Le certificazioni informatiche che vengono riconosciute sono diverse: FDP 8 MODULI, ECDL, EIPASS, EIRSAF.

 

Ma è bene ricordare che vengono valutati soprattutto quelle certificazioni erogate dallo Stato, dalle Regioni e da Enti/Scuole di formazione di comprovata esperienza e riconosciute dal Miur.

Questo aspetto è di primaria importanza.

Le certificazioni informatiche, infatti, riguardano competenze e conoscenze che devono essere accertate da professionisti del settore attraverso erogazioni di lezioni teoriche, pratiche e verifiche per esami.

Ne va della serietà della tua formazione e soprattutto ne va delle tue tasche.

Gli Enti di formazione riconosciuti, infatti, prevedono l’erogazione di pacchetti appositi e soprattutto adatti e la scelta verrà ripagata in termini formativi/didattici ed economici.

 

Leggi anche:

Personale ATA: requisiti e mansioni;

Quali titoli bisogna possedere per diventare un ITP?;

Personale ATA. Come aumentare il punteggio in vista di nuove possibili assunzioni.

Senza inutili giri di parole, diciamo subito di sì!

Un ITP (Insegnante Tecnico Pratico) può inviare la MAD (messa a disposizione), anzi, ti diremo di più, se sei un ITP la MAD può darti grandi opportunità.

 

Lo strumento della MAD è utile per poter accedere al mondo della scuola. Oltre che per gli educatori e gli assistenti amministrativi e quelli tecnici è possibile usare la piattaforma e inoltrare la domanda anche per il posto di ITP.

La MAD è un’istanza informale, legalmente prevista e riconosciuta dal MIUR, mediante la quale è possibile candidarsi come supplente. Per l’invio della MAD non vi è alcun limite temporale; può essere spedita in qualsiasi periodo dell’anno, ma, secondo la nostra esperienza, in particolari momenti si hanno maggiori possibilità di ottenere l'incarico.

I periodi che, quindi, possiamo definire bollenti sono:

Naturalmente un ITP può inviare la MAD se è in possesso dei titoli adatti.

E così bisogna ricordare che non tutti i diplomi permettono l’accesso ai posti di ITP.

Per insegnare come ITP è quindi necessario il diploma tecnico tecnico-professionale.

Gli ITP, pur non possedendo una laurea, sono riconosciuti dalla normativa Miur (DL 1277/48, DM 15 febbraio 1993, L. 124/1999, Circolare Miur 28/2000) come docenti al pari dei docenti per così dire “teorici”.

Tieni ben presente che le mansioni degli ITP non sono assimilabili alle mansioni degli Assistenti Tecnici di laboratorio (ATA) giacché gli ITP sono docenti che svolgono vera e propria attività didattica.

 

Per maggiorni informazioni leggi anche:

Quali titoli bisogna possedere per diventare un ITP?;

Tutto quello che devi sapere sulla messa a disposizione (MAD).

Insegnante Tecnico Pratico (ITP): requisiti e mansioni

 

Il mondo della Scuola ci ha abituato a sigle e figure con mansioni e specifiche diverse.

Stavolta parliamo di una figura assimilabile alla schiera dei Docenti: gli ITP.

Chi sono gli ITP e quali sono le sue mansioni? Vediamolo assieme!

 

Per ITP si intende Insegnante Tecnico Pratico, cioè quel tipo di docente dotato di competenze di tipo tecnico-pratico e che svolge le sue attività all’interno dei laboratori delle scuole di secondo grado.

Mentre per diplomato ITP si intende chi ha conseguito un diploma che permette l’accesso alle classi di concorso per ITP.

Solo alcune scuole prevedono la presenza di docenti ITP e ci riferiamo agli Istituti Tecnici e le Scuole Professionali.

Gli ITP hanno la piena libertà didattica delle attività che si svolgono nei laboratori. Attività che possono essere condotte in autonomia o in compresenza con un docente che si interessi dell’aspetto “teorico” della disciplina.

Gli ITP vengono così a configurarsi come una figura indispensabile per rendere evidente agli studenti il legame fondamentale fra una teoria e la sua applicazione pratica.

La figura dell’Insegnate Tecnico Pratico non va confusa con la figura dell’Assistente Tecnico di Laboratorio.

Mentre l'Insegnate Tecnico Pratico ha un compito didattico, l’Assistente Tecnico di Laboratorio – che è un profilo ATA – deve garantire la gestione e la conservazione del materiale e delle attrezzature tecniche.

Requisiti:

Per accedere a un posto di ITP è necessario essere in possesso del diploma di un istituto tecnico o professionale almeno fino all’anno 2024/2025 quando entrerà in vigore per i concorsi l’obbligo del possesso della laurea e dei 24CFU.

Buone notizie per i docenti!

Con l’inizio dell’anno scolastico è arrivato anche il bonus per i docenti di € 500,00 per l’anno scolastico 2020/2021.

Lo scopo del bonus, come previsto dalla legge n. 107/2015, è quello di favorire la formazione continua dei docenti. È destinato, però, solo agli insegnanti di ruolo delle scuole statali e non spetta ai docenti con contratto a tempo determinato.

Quindi, i nuovi assunti, per godere del bonus, dovranno registrarsi sul portale web dedicato, https://cartadeldocente.istruzione.it/, e ottenere così la Carta del Docente. Ricordiamo che per accedere al portale è necessario essere in possesso dello SPID, l’identità digitale. Chi ne è sprovvisto può richiederlo al portale dedicato: Come richiedere SPID.

Ovviamente, chi possiede già la Carta non dovrà registrarsi nuovamente e si troverà accreditato il nuovo credito.

 

La Carta viene usata attraverso buoni di spesa, generati dal beneficiario, che inserisce i dati richiesti nell’applicazione web dedicata, e possono essere impiegati per l’acquisto dei seguenti beni e servizi:

 

Menzioniamo che la somma accreditata per l’anno scolastico 2020/2021 deve essere spesa entro il 31 agosto 2022. Le somme non spese dell’anno scolastico 2019/2020 possono essere accumulate e spese entro e non oltre il 31 agosto 2021, pena la cancellazione del credito.

 

Il Ministero, circa la Carta del Docente, ha aggiornato le FAQ. Vediamole:

 

  1. La Carta del Docente consente “l’acquisto di libri e di testi, anche in formato digitale, di pubblicazioni e di riviste comunque utili all’aggiornamento professionale” (legge 107/2015, art. 1, comma 121). Questi acquisti devono essere attinenti alle discipline insegnate dal docente (ad esempio: un docente di matematica può utilizzare il bonus per l’acquisto di un romanzo)?

L’acquisto di libri, pubblicazioni e riviste, anche in formato digitale, non deve essere necessariamente attinente alla disciplina insegnata, così come previsto dalla legge 107/2015 (art. 1, comma 7), che riconosce fondamentale la formazione professionale del docente nel quadro degli obiettivi formativi, che riguardano competenze disciplinari e trasversali, scelte educative e metodologie laboratoriali, non riconducibili a una sola e specifica professionalità.

 

  1. La Carta del Docente consente “l’acquisto di hardware”. In particolare quali sono i dispositivi che si possono acquistare?

La Carta del Docente permette “di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali” (art. 1, comma 121, legge 107/2015). Di conseguenza, personal computer, computer portatili o notebook, computer palmari, e-book reader, tablet, strumenti di robotica educativa rientrano nella categoria degli strumenti informatici che sostengono la formazione continua dei docenti. Altri dispositivi elettronici che hanno come principale finalità le comunicazioni elettroniche, come ad esempio gli smartphone, non sono da considerarsi prevalentemente funzionali ai fini promossi dalla Carta del Docente, come non vi rientrano le componenti parziali dei dispositivi elettronici, come toner e cartucce, stampanti, pennette USB, videocamere, fotocamere e videoproiettori. Dall’11 marzo 2020 al 31 dicembre 2020 è ammesso comunque l’acquisto di dispositivi hardware finalizzati all’aggiornamento professionale anche per organizzare una didattica a distanza come webcam e microfoni, penne touch screen, scanner e hotspot portatili.

 

  1. Quali sono i software acquistabili con la Carta del Docente?

Vi rientrano tutti i programmi e le applicazioni (disponibili in formato elettronico, disponibili in cloud, scaricabili online o incorporati in supporti quali memorie esterne, CD, DVD, Blue Ray), destinati alle specifiche esigenze formative di un docente, come ad esempio programmi che permettono di consultare enciclopedie, vocabolari, repertori culturali o di progettare modelli matematici o di realizzare disegni tecnici, di videoscrittura, di editing e di calcolo (strumenti di office automation). Questi programmi sono quindi compresi nella Carta del Docente.

 

  1. Rientra nella Carta del Docente anche un abbonamento per la linea di trasmissione dati ADSL?

No, in quanto l’ADSL è una tecnologia di trasmissione dati utilizzata per l’accesso alla rete Internet. Non è quindi un software destinato alle specifiche esigenze formative di un docente. Non vi rientrano neppure il pagamento del canone RAI o la Pay tv.

 

  1. La Carta del Docente può essere usata per “l’iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati/qualificati presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale”. Dove posso trovare l’elenco degli enti accreditati/qualificati per la formazione personale docente aggiornato?

L’elenco degli enti accreditati/qualificati per la formazione del personale docente è consultabile sul sito internet del MIUR al seguente link: https://archivio.pubblica.istruzione.it/dg_pers_scolastico/enti_accreditati.shtml. È inoltre possibile utilizzare la Carta del Docente anche per l’acquisto di corsi riconosciuti ai sensi della Direttiva 90/2003.

 

  1. Con la Carta del Docente si può seguire un corso on line?

Sì, purché svolto dagli enti accreditati o qualificati Miur ai sensi degli articoli 2 e 3 della direttiva 90/2003, e dai soggetti di cui all’articolo 1 commi 2 e 3 della medesima Direttiva.

 

  1. Posso utilizzare il bonus o parte di esso per seguire un corso di laurea o un master universitario, o corsi universitari destinati alla formazione dei docenti?

Sì. Posso seguire ogni tipologia di corso organizzato da Università o da Consorzi universitari e interuniversitari (corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, corsi post lauream o master), come anche un corso destinato specificamente alla formazione degli insegnanti, purché inerente al mio profilo professionale, in quanto la Direttiva del Miur 90/2003 considera le Università, i Consorzi universitari e interuniversitari e gli Istituti pubblici di ricerca “Soggetti di per sé qualificati per la formazione del personale della scuola” (art. 1, comma 2).

 

  1. Posso usare il bonus o parte di esso per un corso per lo studio di una lingua straniera all’estero?

Sì, purché il corso venga erogato da uno dei soggetti di per sé qualificati per la formazione nella scuola, ovvero dagli “Enti culturali rappresentanti i Paesi membri dell’Unione Europea, le cui lingue siano incluse nei curricoli scolastici italiani”, ai sensi della Direttiva del Miur 90/2003, art. 1, comma 2.

 

  1. Con la Carta del Docente posso sostenere l’esame di certificazione di una lingua straniera?

Sì, purché l’esame sia promosso da uno degli Enti certificatori delle competenze in lingua straniera del personale scolastico.

 

  1. La Carta del Docente può essere usata per assistere a “rappresentazioni teatrali e cinematografiche, per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo”. Queste manifestazioni culturali sono generiche o devono essere attinenti alla materia insegnata? (ad esempio: un docente di italiano può utilizzare il bonus per visitare un museo scientifico?)

Le rappresentazioni cinematografiche, l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo non devono essere necessariamente attinenti alla disciplina insegnata, in quanto la formazione professionale del docente riguarda competenze disciplinari e trasversali, scelte educative e metodologie laboratoriali, non riconducibili a una sola e specifica professionalità.

 

  1. Si può utilizzare il bonus o parte di esso per l’acquisto di titoli di viaggio per la partecipazione a eventi o per viaggi culturali?

No, potranno essere rimborsati solo i biglietti per le “rappresentazioni teatrali e cinematografiche” e quelli per “l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo”.

 

  1. Con la Carta del Docente posso seguire un corso di formazione organizzato dalla mia o da altre scuole?

Sì, purché coerente “con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione” (legge 107/2015, art. 1, comma 121), in quanto “Le istituzioni scolastiche singole o in rete e/o in consorzio possono […] proporsi come Soggetti che offrono formazione sulla base di specifiche competenze e di adeguate Infrastrutture” (Direttiva del Miur 90/2003, art. 1, comma 3).

 

  1. Posso contribuire con una parte o con l’intero bonus della mia Carta del Docente all’acquisto di strumentazioni elettroniche digitali che migliorino la sperimentazione didattica multimediale della mia scuola, come per esempio una LIM, o la sperimentazione didattica in generale, come ad esempio libri, riviste o materiale didattico per la biblioteca scolastica?

Sì. Anche l’impiego diretto del bonus o di parte di esso per la sperimentazione didattica rientra nell’organizzazione delle “attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione”.

 

  1. Posso contribuire con una parte o con l’intero bonus della mia Carta del Docente a realizzare un corso insieme ad altri docenti esterno al piano di formazione della mia scuola?

Sì. Anche in questo caso si ricorda che va valorizzata la formazione professionale del docente, non solo in rapporto al piano dell’offerta formativa della singola scuola, ma anche in riferimento a competenze disciplinari e trasversali, scelte educative e metodologie laboratoriali, non riconducibili a una sola e specifica professionalità, che saranno descritte e individuate nel prossimo piano nazionale per la formazione.

 

  1. Un insegnante di laboratorio di informatica che voglia utilizzare una stampante 3D per migliorare il suo insegnamento, può utilizzare il bonus della carta del docente?

Sì, in quanto il dispositivo consente di sperimentare modelli didattici innovativi, in linea con le finalità della formazione e dell’aggiornamento professionali.

 

  1. Un insegnante di musica può utilizzare il bonus o parte di esso per l’acquisto di uno strumento musicale?

Sì, purché lo strumento musicale sia strettamente correlato alle iniziative individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa e del piano nazionale di formazione di cui all’art. 1 comma 121 della legge n. 107/2015. In questo caso infatti l’acquisto dello strumento è finalizzato a migliorare le competenze specifiche del docente in relazione all’indirizzo della scuola e rientra pertanto nelle finalità formative previste dalla norma.

 

  1. Il bonus di 500 euro può essere utilizzato da un docente di scienze motorie per pagare la quota associativa ad associazioni sportive per corsi inerenti attività sportive federali?

Non è possibile utilizzare il bonus per la quota associativa ma è possibile per i corsi inerenti alle attività sportive federali che sono finalizzati alla formazione e all’aggiornamento delle professionalità del docente.

 

  1. È possibile utilizzare il bonus per acquistare le componenti hardware necessarie ad assemblare un PC completo?

Si, è possibile.

 

Le FAQ sono contenute in un documento, a cura della Direzione generale per il personale scolastico, che puoi scaricare qui.

Per maggiori informazioni consulta anche la legge n. 107 del 13 luglio 2015: Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti. Clicca qui!

Nei giorni scorsi, è stato pubblicato il Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid‐19 nello svolgimento dei concorsi pubblici di competenza della Commissione Ripam.

Il documento contiene, quindi, l’insieme di misure e punti da osservare per permettere il regolare svolgimento delle prove concorsuali gestite da Ripam.

Strumento necessario anche perché sono state ben 158.922 le candidature ai concorsi Ripam per 2.133 funzionari amministrativi e per l'8° corso SNA per l'assunzione di 315 allievi e il reclutamento di 210 dirigenti.

Ricordiamo che il progetto Ripam è un programma di riqualificazione della pubblica amministrazione, gestito da Formez PA – centro servizi, assistenza, studi e formazione per l’ammodernamento delle pubbliche amministrazioni.

 

Il protocollo è rivolto sia ai candidati che si presenteranno alle prove sia agli enti che gestiranno i concorsi.

 

I punti fondamentali riguardano:

 

I dispositivi di protezione individuale da usare durante il concorso saranno:

Dispositivi che dovranno essere indossati non solo dai candidati ma anche dagli operatori del concorso, ovvero tutto il personale presente nella sede del concorso e che dovrà garantire il corretto funzionamento dell’intera fase concorsuale: arrivi, ingressi, svolgimento ecc.

 

Ovviamente, dovrà essere garantito il distanziamento minimo di un metro tra i candidati sia durante l’accesso ai locali sia durante lo svolgimento delle prove.

 

Inoltre, durante lo svolgimento delle prove dovrà essere garantita la presenza di squadre di soccorso.

 

Il protocollo, in più, prevede la sanificazione costante dei locali:

 

Ai candidati sarà richiesta l’autocertificazione e prima dell’accesso ai locali dello svolgimento della prova, sarà misurata la temperatura tramite l’utilizzo del termoscanner.

 

In questi giorni la commissione Ripam ha avviato una serie di indagini di mercato, regione per regione, per individuare le sedi che potrebbero ospitare le future prove.

La ricerca regione per regione è necessaria perché, ricordiamolo, tra le novità per lo svolgimento dei nuovi concorsi pubblici rientra lo svolgimento delle prove in sedi decentrate, ovvero in sedi dislocate lungo le diverse regioni italiane e non in un’unica struttura di una sola città (come ad esempio la Fiera di Roma), per evitare i trasferimenti interregionali e quindi limitare la diffusione del Covid.

Le strutture dovranno rispettare precisi requisiti per consentire l’adeguamento a tutte le misure previste dal protocollo.

Tra le misure richieste all’ente gestore rientrano:

Ovviamente il pensiero alle strutture più idonee non può che andare a scuole, università, arene, palazzetti, fiere e simili. Specie i laboratori e le aule multimediali degli istituti scolastici possono essere delle buone soluzioni per lo svolgimento delle prove dei nuovi concorsi pubblici visto che, come affermato già più volte dalla ministra per la Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, non si terranno più prove cartacee con foglio e penna, bensì prove computer based.

Puoi consultare gli avvisi per la ricerca delle sedi.

 

Puoi leggere tutte le misure previste dal protocollo, cliccando qui per il download.

 

Leggi anche:

Concorso unico RIPAM per 2.133 Funzionari amministrativi;

Concorso pubblico… quanto mi costi?

Hai deciso di partecipare a un concorso pubblico?

Qui troverai tutto quello che occorre sapere prima di candidarsi a un concorso pubblico.

 

Innanzitutto, la prima cosa che si richiede per partecipare al concorso pubblico è l’identità digitale SPID, acronimo di Sistema Pubblico di Identità Digitale.

Per attivare un account SPID è necessario avere:

Poi, occorre recarsi alla pagina Richiedi SPID e scegliere un Identity Provider, cioè un fornitore abilitato alla creazione dell’identità digitale. Ne esistono diversi, alcuni sono a pagamento e altri gratuiti. Così come diverse sono le procedure per il riconoscimento. C’è chi usa la webcam e chi la firma digitale. Lo scopo, però, è sempre lo stesso, ovvero, associare la nostra identità a una identità digitale.

 

In secondo luogo, un’altra tendenza dei concorsi pubblici è la richiesta di una PEC, acronimo di Posta Elettronica Certificata. A differenza dello SPID, la PEC è sempre a pagamento, anche se a costi molto contenuti, tra i 5 e i 10 euro, e si attiva sottoscrivendo un abbonamento.

 

In terzo luogo abbiamo la tassa di partecipazione al concorso. L’importo non è elevato, infatti, si aggira dai 10 ai 15 euro, a seconda dell’amministrazione che bandisce il concorso. Anche se il costo è contenuto, un problema potrebbe sorgere qualora si decidesse di partecipare a più concorsi nello stesso momento.

Il pagamento della tassa di concorso può essere effettuato online, tramite bonifico bancario o addebito su una qualsiasi carta digitale di pagamento, oppure con la stampa di un bollettino precompilato da pagare in posta o nelle ricevitorie convenzionate.

 

In quarto luogo dobbiamo pensare alla preparazione vera e propria per il concorso in questione. Quindi, occorre valutare attentamente l’acquisto di un manuale o, perché no, di un corso online, offerto dai vari istituti paritari a prezzi che possiamo considerare contenuti. Infatti, data l’importanza del superamento del concorso, più che un costo è un vero e proprio investimento, in più sono pensati anche con software di simulazione e/o schede di approfondimento, oltre al fatto che puoi seguirli quando vuoi, compatibilmente con le tue esigenze e disponibilità di tempo.

 

Infine, e arriviamo così alla parte più gravosa dal punto di vista economico, c’è da considerare il viaggio per recarsi nel luogo del concorso e tutto ciò che ne consegue: il trasporto, il vitto e l’alloggio.

I prezzi aumentano di molto, specie con l’avvicinarsi della data del concorso e in particolare nelle vicinanze del luogo dello svolgimento del concorso, soprattutto se si prevede una grande partecipazione, ed è per questo che è bene muoversi con notevole anticipo per prenotare un hotel, un b&b o una stanza in appartamento. In alternativa, se non si hanno particolari esigenze si possono considerare anche gli ostelli che costano poco e hanno tutto ciò che serve. Oppure, se i costi dovessero essere ancora troppo alti, si può pensare di condividere il viaggio con qualcuno, meglio se della stessa città. In alcuni casi, infatti, le aziende di trasporto locale dedicano delle promozioni a chi viaggia in due o meglio in gruppo.

Tieni presente che, con l’emergenza Covid-19, le prove dei nuovi concorsi pubblici si svolgeranno in scuole e università locali. Non sono previsti, almeno per i concorsi Ripam 2020, lunghi esodi verso la capitale e ciò potrà senz’altro essere un vantaggio economico. Ancora non sappiamo come saranno strutturati i calendari e le sedi delle prove e se le prove si svolgeranno solo nei capoluoghi di regione o anche nei capoluoghi di provincia… di sicuro si tratterà di raggiungere città decisamente più vicine alla propria residenza.

E siamo arrivati agli ultimi giorni utili per inoltrare la domanda per il concorso ordinario per la scuola secondaria a cui possono accedere abilitati e laureati in possesso dei 24 cfu.

Sono state giornate intense, di quesiti, decreti, aggiornamenti e slittamenti ma come sappiamo anche dagli articoli che avete avuto modo di leggere qui, la data ultima per la presentazione della domanda per il concorso ordinario è il 31 luglio.

La procedura è interamente on line per questo motivo abbiamo pensato bene di offrirvi una piccola guida utile alla compilazione.

 

Anzitutto la piattaforma da usare per la procedura è Polis – Istanze on line.

 

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Qui potrai accedere effettuando il login inserendo le tue credenziali, la spid o registrandoti come nuovo utente.

Una volta effettuato l’accesso, ti basterà cliccare su Area Riservata e scegliere Piattaforma Concorsi e Procedure Selettive.

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In questa sezione ci saranno dei box e tu dovrai cliccare sulla relativa domanda per il concorso ordinario in esame “Concorso ordinario per titoli ed esami finalizzato al reclutamento del personale docente per posti comuni e di sostegno nella scuola secondaria di I e II grado”.

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Clicca su compila domanda e inizia con noi la procedura.

 

LA PROCEDURA

La procedura non è complessa, ma bisogna stare attenti.

Il primo passo, dopo aver letto l’informativa, consisterà nella scelta della regione. Ricorda: si può scegliere una regione e nessuna provincia.

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Dopo aver scelto la regione si passa alla compilazione dei dati anagrafici.

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Se sei già registrato su istanze on line, questa sezione sarà già compilata.

Il passo successivo è quello a cui devi dedicare la tua attenzione: dovrai compilare le sezioni relative ai titoli di accesso e di servizio, gli altri titoli valutabili, i titoli di preferenza e i titoli di riserva.

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L’ultima sezione prima dell’inoltro è la sezione “altre dichiarazioni” che è una sezione obbligatoria.

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Il Miur ha preparato, inoltre, una guida alla compilazione della domanda che potrebbe esserti utile.

 

Non resta che affrettarti… mancano solo due giorni!

 

Leggi anche:

Concorso docenti. Cosa studiare. Ecco tutte le prove precedenti da scaricare;

Tutto sulla prova preselettiva per il concorso docenti;

24 CFU: le risposte che stai cercando;

Concorso docenti: fra bandi, rinvìi e modifiche.

 

Tanto tuonò… che piovve!

Possiamo tranquillamente iniziare così la nuova puntata su una delle telenovelas più seguite e discusse di questi giorni: le nuove graduatorie per le supplenze.

Come ampiamente previsto, enorme è, infatti, l’afflusso di istanze che stanno arrivando sul portale predisposto dal Ministero per accogliere le richieste degli aspiranti docenti e ciò sta provocando non pochi problemi.

 

Tra i più diffusi:

 

La mole di lavoro è abnorme e gli uffici preposti all’accoglimento delle istanze stanno letteralmente andando in tilt. Di fatto, non si riesce a gestire questo fiume in piena di domande.

Grande è, così, la preoccupazione dei tanti aspiranti docenti che, purtroppo, non riescono a completare l’inserimento della propria istanza.

Appare, quindi, molto difficile che la scadenza del 6 agosto sia sufficiente ad assorbire senza ulteriori problemi tutte queste domande che, molto probabilmente, supererà il milione, specie se continueranno a esserci i rallentamenti e le disfunzioni segnalate sopra.

 

Il Ministero, intanto, sta facendo tutto il possibile per ovviare a questi problemi.

Ha, infatti, predisposto un manuale in pdf e una video guida.

 

Formato PDF

 

Formato video

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Per maggiori informazioni, consigliamo, anche la visione e la lettura delle FAQ ufficiali predisposte dal Ministero stesso.

 

Inoltre, per ripercorrere tutte le precedenti tappe, leggi anche:

Pronti, partenza, via! È ora possibile presentare le istanze;

Graduatorie provinciali… habemus data!;

Nuove graduatorie la Corte dei Conti ha detto sì;

Graduatorie provinciali… continua la discussione;

Graduatorie provinciali… in attesa della data;

Graduatorie provinciali, firmata l’ordinanza;

Graduatorie presto la riapertura;

Le graduatorie per le supplenze: il punto sulla questione.

CORSI RICONOSCIUTI DAL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE
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